IL CAMPIDOGLIO si schiera per lo sgombero di CasaPound.
Con il voto favorevole a una mozione Pd sostenuta anche dal M5S, l’Assemblea Capitolina ha chiesto a Virginia Raggi di attivarsi per “lo sgombero immediato dell’edificio di via Napoleone III”, occupato dal dicembre 2003 dal movimento di estrema destra.
Una scelta che riapre la contesa a distanza tra la sindaca e Matteo Salvini sulla gestione dell’ordine pubblico e degli edifici occupati in città.
Già a ottobre, dopo una mancata ispezione della Finanza nello stabile per un’ipotesi di danno erariale, la Raggi aveva detto di “aspettarsi un segnale forte” dal Viminale e di esser pronta a “mettere a disposizione, quando arriverà il momento, i vigili e il sistema dell’accoglienza”.
Il titolare del Viminale ha nicchiato, ricordando che si procederà “con lo sgombero di tutte le occupazioni illegali, nessuna esclusa” partendo però “dalle situazioni più pericolose per l’instabilità delle strutture e da quelle dove ci sono richieste di sequestro in corso”.
Ovvero: prima dell’edificio occupato dai “fascisti del terzo millennio”, dove abitano 18 nuclei familiari che sono per lo più quelli dei leader romani e nazionali della formazione, vanno affrontati altri casi.
A Roma l’emergenza casa resta un dramma a cui le istituzioni non riescono a fornire risposte esaustive, con circa 100 occupazioni a scopo abitativo dove risiedono 10 mila persone.
A queste vanno aggiunte altre 12 mila in attesa per una casa popolare.
La Prefettura ha stilato una lista di una ventina di immobili occupati da sgomberare perché mancano le condizioni di sicurezza o i proprietari sollecitano l’intervento.
Finora, nelle riunioni in Prefettura sugli sgomberi, il dossier su CasaPound non è mai stato una priorità.
L’edificio, in epoca fascista sede dell’ente per l’istruzione media e superiore, dal 1963 ha ospitato uffici del ministero dell’Istruzione e dopo l’occupazione il Miur ha comunicato al Demanio le cessate esigenze di utilizzo.
Nel rimpallo di competenze tra enti statali sono trascorsi 15 anni.”
di ANDREA MANAGO’ per Il FQ, 30-01-19