Da un articolo di Wanda Marra per Il FQ, 24-02-19
“La Lega è un partito con cui si può interloquire e dialogare. Molto più che con i Cinque Stelle, che nella maggior parte dei casi non sanno quello che fanno”.
La considerazione nelle file del Pd si sente da inizio legislatura spesso e volentieri.
Una sorta di controcanto sotterraneo a chi vagheggiava un governo col Movimento.
Una constatazione che rivela soprattutto una valutazione strutturale: con il Carroccio si può arrivare ad accordi su dossier e questioni specifiche, legate ad affari ed interessi comuni, al netto di chi effettivamente sta alla guida del Paese.
Ed è proprio quello che si sta muovendo in questi giorni.
A TEORIZZARLO in chiaro è Vincenzo De Luca, governatore della Campania, in un’intervista al Foglio: “La Lega interpreta in larga parte le domande di un popolo che coltiva valori di buonsenso e di sacrificio. Per noi è doveroso dialogare e collaborare con queste realtà”, dice all’interno di un ragionamento che di punti di convergenza con il partito di Salvini ne tocca molti, dall’autonomia in giù, fino alla riforma della giustizia come grande questione da affrontare.
De Luca, va ricordato, è uno dei capibastone che Matteo Richetti indica come responsabili dello scarso peso dato ai suoi sostenitori nelle liste a sostegno di Maurizio Martina per l’Assemblea congressuale.
E nella mozione Martina, anche qui non a caso, si parla della necessità della separazione delle carriere dei magistrati, tema arrivato all’ordine del giorno nel Pd con una certa prepotenza, ma da sempre cavallo di battaglia del berlusconismo e più in generale del centrodestra.
I segnali di convergenza con la Lega, comunque, si sprecano.
Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte, ha deciso di preparare un referendum sulla Tav, che martedì porterà in Consiglio regionale.
Matteo Salvini plaude: “Ai referendum siamo sempre e comunque favorevoli”.
D’altra parte a gennaio i dem in Senato avevano provato a fare asse coi leghisti proprio con una mozione per salvare l’Alta velocità.
E il Pd era stato tentato di offrire una mano ai leghisti anche alla Camera, durante la discussione sulla prescrizione.
A proposito di convergenze, e anche lì si parlava di giustizia, va ricordata solo due mesi fa la cena organizzata da Annalisa Chirico, presenti i big leghisti insieme a Maria Elena Boschi e Francesco Bonifazi.
Niente di nuovo sotto il sole: da sempre maggioranza e opposizione si sono parlate più o meno sotto traccia, quando la convenienza lo rendeva ne- cessario.
E alcuni personaggi di punta del renzismo, a partire da Maria Elena Boschi, hanno sempre avuto rapporti politicamente trasversali (per dire, la sua ex collaboratrice a Palazzo Chigi, Daria Perrotta, aveva lavorato con Giancarlo Giorgetti, dal quale adesso è tornata).
E quanto alla mozione Martina, Luca Lotti e Antonello Giacomelli – che ne sono ormai i veri dominus con Lorenzo Guerini – sono da sempre gli uomini ponte, quelli che stringono accordi riservati coi presunti oppositori politici.
Last but not least: da inizio legislatura Matteo Renzi intrattiene rapporti con il suo omonimo Salvini.
Un messaggio, una battuta.
E ultima- mente ha raccontato a tutti di sentirlo spesso e volentieri.
Può essere che tut- to questo non si concretizzerà in un partito di appoggio a un futuribile go- verno di centrodestra.
Ma quanto meno a una corrispondenza di amorosi interessi sì.”