Catiuscia Marini, governatrice umbra, Pd, ha confermato oggi le dimissioni, dopo che l’assemblea legislativa le aveva respinte – con il voto della stessa Marini.
È l’ultimo atto del terremoto che si è abbattuto sulla sanità umbra.
Si è dimessa.
Di nuovo.
Catiuscia Marini, governatrice della regione Umbria, ha rassegnato le dimissioni, dopo che l’Assemblea legislativa dell’Umbria le aveva respinte, due giorni fa (con il voto della stessa Marini).
Catiuscia Marini ha confermato con una comunicazione ‘Pec’ alla presidente dell’assemblea legislativa, Donatella Porzi, le dimissioni presentate «ai sensi dell’articolo 64, comma 3 dello Statuto regionale, già comunicate in data 16 aprile 2019 e discusse dall’Assemblea nelle sedute del 7 e 18 maggio scorso».
Nella sua comunicazione, la presidente Marini parla di «percorso dettato esclusivamente da ragioni istituzionali, di correttezza e di rispetto per tutti i componenti dell’Assemblea, sia di maggioranza, sia di opposizione, e non certo da ragioni personali».
«Arrabbiato e deluso» e determinato ad andare fino in fondo al caso Umbria e a farlo in tempi brevi si era detto il segretario del Partito Democratico, Nicola Zingaretti, quando nei giorni scorsi aveva chiesto coerenza alla presidente Catiuscia Marini che, dopo aver annunciato le dimissioni per lo scandalo sanità (non senza polemiche), aveva appunto votato in Consiglio a favore della sua permanenza in sella alla Presidenza della Regione.
La vicenda è quella dei concorsi in sanità, secondo la procura di Perugia ‘pilotati’, che ha portato all’arresto di un assessore, del segretario Pd e del direttore dell’azienda ospedaliera.
«Il Pd che ho in mente io è un partito che, se qualcuno vende le domande dei concorsi, non aspetta le Procure per mandarlo via», ha detto Zingaretti.
da OnLine di Enrico Mentana