Gino Di Tizio
Secondo l’Agcom prima di partecipare ad una trasmissione elettorale un giornalista dovrebbe rendere nota la sua preferenza politica, in rispetto della par condicio.
Mi sembra qualcosa di grottesco e giustamente c’è chi lo ha denunciato. Personalmente nel mio mestiere ho cercato sempre di garantire a tutti la possibilità di esprimersi, nel condurre un programma o nel dirigere un giornale o una emittente, poi da cittadino elettore ho dato il voto alla proposta e al personaggio che mi è apparso più convincente.
L’indipendenza, nel produrre giornalismo, per me è sempre stato un valore da difendere, al punto che la sola querela che ho dato in vita mia risale ai tempi in cui scrivevo per il tempo e ci fu chi mi accusò in un articolo pubblicato di essere “braccio e bracciolo di Gaspari”.
Lo querelai, prima ed unica volta, dandogli la più ampia facoltà di prova, proprio in difesa della mia scelta di indipendenza. Finì che l’autore di quell’articolo mi chiese pubblicamente scusa, riconoscendo di aver scritto cose non vere, ed io ritirai la querela. Basta oggi per darmi via libera alla partecipazione o alla direzione di programmi politici?