“ ’SONO STATA CONVOCATA dalla sindaca Raggi e per me è davvero una grande soddisfazione’. Parla la funzionaria del Campidoglio che ha denunciato lo scandalo di Multopoli: 197 indagati per un danno erariale di 16 milioni di euro”. (“R E P U B B L I C A”)
RISPOSTA DI PADELLARO:
TUTTE LE CRITICHE alla giunta di Virginia Raggi sono legittime (e l’autore di questa rubrica non ne ha risparmiata una), ma perché non riconoscere che da quando la sindaca Cinque Stelle governa la città, il principio di legalità è tornato di casa in quegli stessi palazzi da dove era stato espulso?
La vicenda umana e professionale di colei che dopo anni di inutili denunce e di mobbing (non a caso un’altra donna) è riuscita a ottenere che la giustizia facesse il suo corso, avrebbe meritato più di qualche articolo in cronaca.
Perché ci vuole tanto coraggio e tenacia e rispetto per la legge e amor proprio se si vuole combattere certe battaglie in ambienti dove perfino i muri sono impregnati dalla politica del lasciar correre, del che ti vai a impicciare, ma pensa ai fatti tuoi.
Usiamo il termine “politica”perché è soprattutto a certi livelli che il pesce puzza dalla testa e che l’esempio (cattivo) viene dall’alto. Immaginiamo la vita quotidiana di questa signora al corrente della gigantesca furbata delle multe cancellate e che non riesce proprio a farsi ascoltare dai capi (oggi fortunatamente ex) abituati a chiudere un occhio e anche l’altro quando si tratta dei cosiddetti vip.
Infatti, i beneficiari dei “favori” sono tutte persone importanti, e dal portafoglio ben fornito. Eppure non si degnano di saldare le contravvenzioni, come i comuni cittadini, forse perché considerano la cosa non alla loro altezza.
Esemplare il commento del presidente della Lazio, Claudio Lotito: “Pago 6 milioni di tasse ogni anno, non corro dietro a due contravvenzioni”. Detto alla romana: io so’io e voi non siete un cazzo.
Denunciare i potenti e restare soli: ce lo ha raccontato Andrea Franzoso ne “Il disobbediente”, diario di un uomo onesto che messo di fronte allo sperpero del pubblico denaro a Trenord, accetta di perdere il posto pur di non girare la testa dall’altra parte.
Alla funzionaria del Comune di Roma alla fine è andata meglio perché nessuno è riuscito a cacciarla. E che Virginia Raggi l’abbia voluta incontrare per manifestarle l’appoggio suo e della giunta ci dice molto sul clima cambiato in Campidoglio.
E il problema rifiuti? E le strade colabrodo?
Certo, l’ideale sarebbe avere degli amministratori sempre efficienti oltreché perbene.
Ma apprendere che da qualche tempo quelli che “non corrono dietro a due contravvenzioni”non sono più i benvenuti ai piani alti dell’Urbe, non è soddisfazione da poco.
Forse, cari colleghi, riconoscerlo sarebbe per Virginia Raggi e i suoi assessori una spinta a fare meglio.
Antonio Padellaro – il Fatto Quotidiano