di Antonio Padellaro per Il FQ, 9-6-20
Qualcuno ha scritto che l’incertezza è il rifugio della speranza, e intempi quanto mai incerti (e confusi) mi aggrappo (ci aggrappiamo) alla speranza del decreto Semplificazioni.
Perché è davvero arduo, gentile presidente del Consiglio, leggere che più di unmilione di lavoratori sono ancora in attesa dell’assegno (quasisempremagro) della cassa integrazione.
O deiprestitigarantiti dallo Stato che sono ancora unquartorispetto alledomandepresenta-te. O del piano di ripartenza dei cantieri,da velocizzare evitando abusi e infiltrazioni criminali.
Se, come assicura il pre-sidente dell’Inps,Pasquale Tridico,en-trovenerdì laCigsaràliquidata atuttisarebbe una grande notizia: anzi la “notizia”.
Perché c’è qualcosa di insopportabile nella chiacchiera, a tratti imbecille,su stati generali, partitini di Conte,maldipancia pidini, sbronze salviniane e pappalardi vari, mentre c’è un Paese che sopravvive e a cui manca il respironell’attesa dell’autunno che sarà.
Con l’attenuarsi del Covid-19 avevamo avanzato la modestissima propostadi un bilancio settimanale, in diretta tvsuinumeri aggiornatidella ripresa:suciò che è stato fatto, su ciò che manca e suciò che sarà fatto.
Un ministro, o chi perlui, delegato a spiegare progressi e ritardi dell’annunciata ricostruzione in uncivile confronto conl’informazione.
Temiamo di non aver detto una castroneria, e di non vivere nel mondo della favole poiché quelle stessenotizie le ritroviamo in ordine sparso sulla stampa,spesso deformate da prevenzione e faziosità, il che non fa che accrescere il senso dismarrimento.
Per chiscrive, la semplificazione delle norme e il disboscamentodella burocrazia rappresentano, insieme alla lotta all’evasionefiscalee alprossimoscudettodellaRoma, i traguardi impossibili di unavita.
Calderoli con il lanciafiamme che incenerisce cataste di leggi fu un incubo terrificante.
Adesso tocca a lei presidente Conte: ci faccia sognare.