“Luigi Di Maio e Matteo Salvini se le suonano di santa ragione, lo spread tocca quota 290, il premier Giuseppe Conte lascia capire che l’aumento dell’Iva sarà inevitabile, giornali e talk televisivi marciano verso il voto europeo pancia a terra (direbbe il ministro Toninelli), ma sapete quali sono gli articoli più letti della settimana secondo il sito del Corriere della Sera?
COME PROTEGGERSI dal virus che infetta WhatsApp.
Abitudini salutari della sera (lavarsi la faccia, collirio, yogurt, deodorante). Conti correnti, quanto conviene cambiare banca. Le attrici più belle di sempre (e Marilyn non è la prima).
Magalli e Adriana Volpe, perché lo scontro è finito in tribunale. Riscatto della laurea, boom di domande ma conviene davvero?
Fabio Fazio chiude in anticipo Che tempo che fa.
Noemi, preso l’uomo che le ha sparato.
I 12 trucchi per rimanere sveglio ed efficiente (se dormi meno di 5 ore).
Quanto a Salvini, Di Maio e Conte, nessuna traccia.
Detto che prevedibilmente sta per entrare in classifica il Daniele De Rossi cacciato da Pallotta, e in attesa che il direttore del Fatto sostituisca questo mesto “Salvimaio” con l’assai più eccitante diario del “MagaVolpe”, proverò a spiegare l’apparente paradosso della politica italiana per cui più se ne parla e meno appassiona.
Per esempio, lo scontro elettorale tra i due alleati di governo è stato paragonato al wrestling, nel quale i lottatori fingono di picchiarsi sul ring con urla disumane per poi dividersi equamente l’incasso negli spogliatoi.
Nel caso di Salvini e Di Maio diciamo che i colpi sono autentici, le urla pure ma che forse c’è anche il tacito accordo di non fare troppo male al governo di cui sono partecipi. Infatti mentre i due altercano, ripetono che si andrà avanti con questo esecutivo per quattro anni ancora (mah).
C’È UN NON DETTO, tuttavia, che va letto tra le righe d el l’ultima intervista di Salvini al Corriere, quando a proposito degli attacchi dei 5Stelle spiega: “Temo che abbiano influito i sondaggi e le Regionali. Noi abbiamo vinto dappertutto ma quelle sono elezioni locali”.
Traduzione libera: mi rendo conto che se il 27 maggio la Lega da secondo partito che era un anno fa diventasse il primo mentre il M5S da primo partito si ritrovasse secondo, per il mio amico Di Maio sarebbe un bel problema spiegare ai suoi che si deve andare avanti con un contratto di governo che danneggia loro e avvantaggia noi.
Aggiungiamo che se poi il Movimento fosse superato in rimonta perfino dal Pd, sarebbe un casino per lo stesso Salvini chiamato a resistere alle pressioni di chi ne ha le scatole piene dei grillini (Giorgetti) e di chi, soprattutto al nord, pretende il ritorno della Lega nel centrodestra.
Un quadro che può spiegare come mai il ministro degli Interni assista con il freno a mano tirato al progressivo spostamento a sinistra dei 5 Stelle (sull’antifascismo, le case ai rom, la legge sul conflitto d’interessi ad Berlusconem).
Sono voti fuori dalla portata del capitano della destra e allora Di Maio se la veda pure con Zingaretti.
Dunque, perché mai gli italiani (che non sono scemi) dovrebbero appassionarsi a questo wrestling all’italiana dove ci si mena per restare in piedi? Trucco per trucco, più interessanti quelli per sopravvivere a una notte di bagordi. O no?”
di Antonio Padellaro per Il FQ, 16-05-19