di Antonio Padellaro, Il FQ, 4-8-19
In risposta al post di Matteo Renzi:
“Ieri durante una trasmissione televisiva su La7 il giornalista Padellaro del Fatto quotidiano, qui ritratto mentre presenta un suo libro, in più di una circostanza mi ha più volte chiamato in causa in modo assurdo e diffamatorio. Credo di essere ormai un’ossessione per alcune firme del Fatto Quotidiano. Vengo coinvolto anche quando proprio non c’entro niente, visto che si parlava di insulti di Salvini ai giornalisti e della moto d’acqua. Ho dato mandato ai legali di agire in giudizio civile contro Padellaro per diffamazione. Non intendo più permettere a nessuno di gettarmi fango.
Come da linee guida che ci siamo dati un mese fa a Milano, tratterrò solo il 50% dell’eventuale risarcimento danni. Il resto sarà devoluto a un’associazione di volontariato scelta insieme ai Comitati d’azione civile.
Buon weekend a tutti”
Risposta Padellaro:
“Probabilmente depresso dal fatto che i giornali non si occupano più di lui, Matteo Renzi si occupa dei giornalisti per strappare una breve in cronaca. In ogni caso plaudo alla querela che l’ex premier ha annunciato contro di me dopo il mio intervento alla trasmissione In Onda Estate di giovedì scorso, anche se egli non spiega affatto quali sarebbero gli estremi della mia presunta diffamazione. Impaziente di vederlo finalmente in un’“aula di tribunale”, gli darò una mano reiterando il reato che non c’è.
Ho infatti detto che l’arroganza di Matteo Salvini verso i giornalisti che fanno il loro mestiere ha dei precedenti.
E ho citato il collega del Corriere della SeraMarco Galluzzo che qualche estate fa in Versilia la scorta dell’ex statista di Rignano tentò di intimidire solo perché s’i nf or ma va sulle tariffe di un lussuoso hotel della zona.
Presso il quale Renzi e i suoi cari avevano ottenuto affettuosa ospitalità. Trattamento subìto da Galluzzo che tutti in studio ricordavano e che il direttore del Corriere, Luciano Fontana, in collegamento, non ha certo smentito.
Ho accennato anche all’amichevole telefonata subita dal direttore del Giornale, Alessandro Sallusti (“ti spacco le gambe”) da parte di un tipo che sosteneva di essere il presidente del Consiglio.
Dunque grazie di cuore allo spericolato querelante perché, con la sfilata di testimoni e testimonianze che intendiamo richiedere, forse per la prima volta un personaggio politico risponderà dei suoi comportamenti con la stampa.
S’intende che, nel caso il Renzi fosse condannato a versare un risarcimento per la sua lite temeraria, m’impegno a devolvere la relativa somma ai risparmiatori truffati di Banca Etruria e ai dipendenti lasciati sul lastrico dall’intraprendente Babbo.