di Antonio Padellaro per Il Fatto Quotidiano, 04-11-2020
Esiste un numero preciso (e infallibile) per comprendere la diffusa ostilità che Giuseppe Conte incontra presso le principali lobby economico-finanziarie di questo Paese, e dunque presso i gruppi editoriali da esse controllati, e dunque presso le forze politiche (di maggioranza e di opposizione) che a esse fanno riferimento: 209 (duecentonove).
Sono i miliardi che aspettiamo dall’Europa, i fondi di Next Generation EU per il nostro Paese. Sul Corriere della Sera di domenica scorsa, Federico Fubini li ha definiti “il segreto meglio custodito d’Italia”, blindatissimi nei computer di Palazzo Chigi, tanto che persino ai funzionari della Ragioneria di Stato, che devono visionarli per dovere d’ufficio, “non è permesso di portare fuori neanche una carta”.
“Tanta riservatezza è comprensibile – commenta Fubini – in Italia gli appetiti sono così tanti che per il governo giocare a carte scoperte significa esporsi ad assalti da ogni lato”.
Con una certa ingenuità, nel commentare la costante pressione di “lor signori” (Fortebraccio) sul presidente del Consiglio allo scopo di sloggiare lui e il suo governo, ho spesso colpevolmente trascurato il fondamentale fattore money.
Come se le invocate unità nazionali, così come i miracolosi comitati di salute pubblica appartenessero davvero alla sfera della suprema emergenza, con protagonisti quei politici “sempre tesi” (Verdone) al bene supremo dell’Italia.
Immaginiamo per un istante che si formasse un governo del Bene e della Rinascita con dentro tutti, da Speranza a Salvini, in ossequio a quel principio scritto sulle nuvole che più sono a comandare e meno litigano.
Facciamo finta che grazie a un siffatto prodigio francescano si creasse finalmente quel clima di concordia e di condivisione, auspicato nelle omelie domenicali dell’ora di pranzo. Se ritenete che gli “appetiti” (a proposito di tavole imbandite) non si scatenerebbero, ciascuno rivendicando “da ogni lato”la propria fetta di Recover y Fund, siete delle anime belle.
A noi che invece siamo portati a pensar male, certi attacchi risulterebbero più chiari se, per esempio, ci fosse rivelato quali sono le richieste a cui il premier preferisce non rispondere.
Perché se, come ci racconta il Corriere, siamo al punto che “nessuno fra i pochissimi che potrebbe farlo è autorizzato a stampare i documenti del Recovery Fund archiviati nel computer”, non è messo bene lui, ma neppure noi.