Lettera al direttore di Cafonal, DAGOSPIA, una delle tante:
“ROMA è piena di gente di merda come questa. Siamo nelle mani di zingari e camorristi e finché gran parte delle persone continuerà a sfondarsi di cocaina ‘ste merde continueranno a fare la bella vita. Siamo diventati una città di papponi, zoccole e tossici. Gomorra e Romanzo Criminale hanno fatto più danni della peste”.
Risponde Antonio Padellaro su Il FQ, 10-02-2019
“8 OTTOBRE”, DALL’ACCOUNT INSTAGRAM DAGOCAFONAL
CON IL TITOLO “La giustizia del web”, il sito Dagospia ha meritoriamente raccolto, attraverso una sfilza di messaggi (abbiamo citato uno dei più moderati), quella che definisce “la pancia del Paese”.
Qualcuno (“Una vita da tassista romano”) ha pubblicato, sotto all’immagine di Manuel Bortuzzo, un selfie di Lorenzo Marinelli e Daniel Bozzano, i due che gli hanno sparato alla schiena inchiodandolo a una serie a rotelle.
Ora, molti hanno avuto da ridire sul combinato disposto che accompagna il montaggio fotografico, e cioè: “Quando hai una vita meravigliosa. E incontri due coglioni che te la rovinano”.
Infatti, rispetto all’espressione “coglioni”, considerata troppo mite, si suggeriscono una serie di sanzioni adeguate al delitto commesso dalla coppia di balordi di Acilia.
Li vogliono “sepolti vivi” o “sulla sedia elettrica”, ma c’è chi preferirebbe la legge del taglione: per entrambi “il taglio netto della spina dorsale nello stesso punto”.
È un documento che abbiamo definito meritorio, poiché alle istituzioni responsabili dell’ordine pubblico sarà sufficiente un semplice clic per informarsi sugli umori che agitano la Capitale.
E sulla nuvola bianca che la sovrasta.
Al ministro degli Interni Matteo Salvini, sempre affettuosamente connesso con il popolo sovrano, ci permettiamo di evidenziare, tra i tanti problemi segnalati da “8 ottobre”, quello riassunto nell’incisiva figurazione: “Sfondarsi di cocaina”.
Infatti, con il termine nuvola bianca non s’intende, come forse potrebbe credere, una formazione di cirri o di altro similare fenomeno della meteorologia.
Essa (la nuvola) è bensì la metafora di un’intensa e diffusa attività, volgarmente conosciuta come: pippare.
Che la bianca visitatrice sia ormai presente in ogni an- fratto dell’Urbe, è cosa nota.
Che lo spaccio rappresenti una delle attività più lucrose dell’economia cittadina, anche. Che (nell’intero Stivale) il consumo della magica polverina si manifesti come un fenomeno collettivo, trasversale e perfino unificante (de- mocratico, oseremmo dire), pure.
Perché meravigliarsi, allora, se il continuo “sfondarsi” comporti alcuni spiacevoli effetti collaterali come, per esempio, sparacchiare al buio, gridare frasi sconnesse e distruggere la vita di un giovane atleta?
Al signor ministro e alle eccellenze che vegliano pensose sui problemi del Paese vorremmo perciò assai rispettosamente porre un paio di domande.
Perché “Roma è piena di gente di merda come questa”?
E cosa cazzo aspettate per chiedere scusa a Manuel, vittima della follia di due tossici, ma prima ancora di chi non ha fatto nulla per impedirlo?”
Antonio Padellaro – il Fatto Quotidiano