di Pina Fasciani, un’analisi lucida e intelligente come sempre.
Di Maio sta giocando la sua partita, ha bisogno di tenere unito il M5S e arginare i critici interni per riaffermare il proprio ruolo di capo politico.
Lo fa ribadendo i punti identitari del movimento, calcando la mano e scaricando tali punti al tavolo di Conte.
Lancia il messaggio al PD dicendo questo, io sono il Capo, l’ unico interlocutore con cui trattare, e posso bloccare la trattativa se vi azzardate a interloquire con altri mettendomi in difficoltà o a delegittimarmi .
Non è proprio scemo il ragazzo, checché se ne dica, sa dove vuole parare. Al suo posto ognuno di noi avrebbe fatto lo stesso.
Zingaretti non deve cadere nella trappola , deve tenere il punto sul merito delle questioni andandole a vedere una per una e scoprire fino a che punto l’ identità dei 5s si spinge o se è solo questione di riconoscimento del loro Capo.
Conte in questo può giocare un ruolo, fare una sintesi dei punti di merito, proporla a PD e 5s lasciando aperta la questione della
squadra di governo, si tratta dopo a merito approvato , ribadendo pubblicamente la pari dignità alle parti in campo e respingendo i veti sulle persone.
A quel punto le carte in tavola sono chiare.
Il M5S farà la sua consultazione con Rousseau
Il PD con i suoi organismi ( io farei il referendum come da statuto)
Naturalmente l’esito dipenderà, come dice Cassese, dalla domanda e faccio due esempi:
Vuoi tu crepare il PD o , a parti inverse, il M5S?
Vuoi tu accettare la sintesi sui punti di merito tra PD e M5S proposta da Conte?
Per dire che gli esiti, dipendono sempre da come ti poni nelle trattative e nelle consultazioni.
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