Bene! Stavolta, invece che di cinema, scrivo di politica così mi faccio un po’ di nemici.
È ripartita la giostrina: va rifondata o no la sinistra?
O il centro-sinistra?
O la sinistra-centro?
Ma – santa pazienza! – che vuol dire essere di sinistra?
Eppure a me – che l’ho imparato da bambino insieme alle tabelline – sembrava davvero facile: chi sta con i lavoratori è di sinistra, chi sta con i padroni è di destra; e chi dice di essere di centro ci marcia perché, sotto sotto, vedrai che è di destra.
“Ma non ci sono più la destra e la sinistra!”, sento gridarmi contro una voce stridula.
Per la miseria – mi dico – ma, destra e sinistra, non è che uno arriva e decide se ci sono o no: esistono indipendentemente dalla volontà delle persone!
Se qualcuno se ne uscisse dicendo che non esistono più il su e il giù o il davanti e il didietro (con rispetto parlando) lo prenderebbero tutti per scemo. Giustamente!
“Ma è nel senso che è finita la lotta di classe, lo sanno tutti!”, continua la voce, sempre più stridula (sembra proprio Orfini, quello che vuol sciogliere il PD e subito subito rifarlo sperando venga meglio).
Ohibò, ma quando è successo? La lotta di classe – mi parrebbe lampante pensare – ci sarà fintanto che esisteranno le classi. Si sono forse estinte le classi? Viviamo tutti in una società di liberi e di uguali? E nessuno mi ha avvertito?
Via, questa somiglia molto alla storiella del pugile “sonato” al quale il secondo, per incoraggiarlo, dice: «Vai così che non t’ha neanche toccato!». Pesto e sanguinante, quello replica: «Allora tienimi d’occhio l’arbitro, che mi sa che mi mena lui!»…
Warren Buffet, l’arcimultistramiliardario, tempo fa ha affermato beffardo: «La lotta di classe c’è ancora ma la stiamo vincendo noi». Oh, ecco, questa sì che sembra un’affermazione un tantino più onesta! Anche se non viene dal popolo… Oops! Si può dire popolo? O si diventa populisti?
Ricordo di aver letto che Lenin aveva avuto un fratello maggiore populista.
Partecipò alla preparazione di un attentato contro lo zar ma fu preso e impiccato. ‘Sti cazzo de populisti, pure! Gli zar restarono sul trono ancora per un po’ di tempo. Ma non tanto.
Qua nel nostro cortiletto, ignari dei severi moniti della Storia, ci si continua a dimenare vanamente tra finte questioni.
Come il tema caldo della “sicurezza”! Miei maturi coetanei – dico a voi! – mica sarete tutti morti o rincoglioniti, no?
Possibile che nessuno si ricordi dei rapimenti negli anni sessanta e settanta che altro che Messico e Colombia?!
Ci fu un tipo che fu surgelato (!) dai rapitori così potevano fargli le polaroid con il giornale, stile Moro, e dimostrare che era vivo. Solo foto a mezzo busto però perché il surgelatore era piccolo, così lo avevano segato a metà: tanto la parte di sotto non serviva.
Per le strade ci si sparava addosso ogni giorno per i più disparati motivi e la gente girava con l’autoradio sotto al braccio per non farsela fregare dai tossici.
In compenso, la “rassicurante presenza” delle forze dell’ordine kossighiane non rassicurava nessuno, ma vabbe’ che questo pure adesso… chiedetelo al povero Stefano Cucchi… ah, già, non si può: è morto!
Beh, vedete il film.
Un’altra superpanzana che “va” molto è questa della “sostituzione etnica”: sembra sia tornato Annibale Barca a dorso d’elefante!
Si paventa l’immigrazione verso l’occidente dai paesi poveri e/o in guerra, che magari se l’occidente smettesse di bombardarli e rapinarli “a casa loro” qua non arriverebbe più nessuno e dovremmo andar lì a pregarli di venire per pagarci le pensioni, raccoglierci i pomodori e pulire il culo ai vecchi.
Concetto, quello dell’integrazione, che già fu compreso con chiarezza dall’imperatore Claudio ma risulta duro da comprendere per i duri di comprendonio che ci governano.
A proposito di imperatori romani: visto che Settimio Severo era un berbero della Libia, non si potrebbe fare una campagna acquisti per premier da quelle parti, visto che lì ne hanno d’avanzo?
Certo son tempi duri anche per i pontefici visto che crollano i ponti e i preti continuano a fare gli orchi coi ragazzini.
Pare che i ponti crolleranno uno dopo l’altro giacché il cemento armato – lo dicono gli esperti – dura circa cinquant’anni che è giusto il tempo passato da quando sono state costruite più o meno tutte le nostre infrastrutture, durante il boom economico.
Costruite, beninteso, dallo Stato, quando governavano pericolosi estremisti nazionalizzatori tipo Ugo La Malfa. Qualcuno ha perfino osato parlare di ri-nazionalizzare quelle opere, togliendole ai privati.
Guai! Subito è stato zittito.
E dire che io ricordavo – sempre dai tempi delle tabelline – che “pubblico” era di sinistra e “privato” era di destra…
Certo, ci sono sul tappeto anche questioni molto serie, ad esempio come qualmente tromba Asia Argento… ma quella è alta politica e se ne parla un’altra volta, se Odorisio non mi caccia!