Copio e incollo sempre con piacere:
“Da dove veniamo, chi siamo, dove andiamo?
La sinistra brancola nella sua sconfitta. Il voto del 4 marzo l’ha messa in mora interamente, la sinistra radicale, la sinistra di governo, la sinistra a cavallo tra l’uno e l’altro.
In questo brancolare si suggeriscono soluzioni fantasiose, in particolare per il partito più grande del centrosinistra il PD.
Mentre i 5 stelle e la Lega scippano alla sinistra argomenti e soluzioni ( certo ancora tutte da verificare), mentre sottraggono alla sinistra elettori e interi territori, il PD si esercita in un gioco tutto interno e non fa neanche una opposizione degna di questo nome al governo .
Anzi quando la fa è talmente poco credibile da risultare ridicola.
Le iniziative dei gruppi parlamentari della sinistra tipo LeU, sono fatalmente isolate da risultare inesistenti.
Quando un patto politico del nascente PD si basa su un patto di potere, è questo il risultato.
Finito il potere, finisce il Partito, finisce quel sistema reticolare di correnti basate essenzialmente su distribuzioni di incarichi, posti al sole, carriere.
Le idee politiche, per chi le ha espresse, sono state relegate a ruolo residuale e vissute con fastidio. Una deriva autodistruttiva.
Di questa deriva Renzi ne è stato un interprete sommo, con la rottamazione, il giglio magico, le Leopolde e tutto quel mondo imprenditoriale e finanziario, i Serra, i Farinetti, ecc, che hanno sostanziato il volto del PD “moderno”, “veloce”, trendy, una versione rampante, del nuovismo che di nuovo non aveva nulla.
Il Partito liquido era questo, il Partito a vocazione maggioritaria era questo.
Nella sostanza abbandonare la propria identità politica, con trasversalismi elettoralistici , senza più rappresentanze , con teorizzazioni circa la scomparsa della “destra e della sinistra”, e sodalizio con l’economia di mercato quale entità invalicabile , diventandone gestori acritici.
Ora si tentano i rattoppi e si cercano come dicevo le soluzioni.
Si sciorinano nomi di donne come nuovi leader , Ascani, Gualmini, Pinotti… perché si sa alle brutte le donne fanno comodo; si teorizzano scioglimenti da cui rinascere miracolosamente , non si capisce in base a che cosa, oppure un Congresso che per i Renzi e i vari capicorrente , attraverso le ennesime e infauste primarie aperte, dovrebbero rappresentare il momento del riscatto o la liquidazione di qualcuno.
Una “singolar tenzone” che di politica non ha nulla.
LeU non sta meglio. Non vedo quel piglio necessario per rappresentare quel mondo di sinistra che nel nostro Paese esiste e aspetta di essere rappresentato con una proposta politica capace di ricomporre un mondo disperso.
La scommessa iniziale si è sfilacciata, persa dietro i Pisapia, dietro dubbi, timidezza.
Si temporeggia, aspettando chissà cosa e la costruzione di LeU appare lontana e indebolita. Nel frattempo nascono associazioni con gravitazioni varie…Boldrini, Fassina, Rossi …per fare ?
Sfugge il costrutto, sfugge la necessità inderogabile di creare un sinistra democratica, ora inesistente, capace di mettere insieme con generosità le forze intorno ad alcuni valori fondanti e chiari , alcuni su tutti: Giustizia sociale, lotta alle diseguaglianze , rappresentanza , difesa del sistema democratico.
Poi c’è Pap, chiuso nel suo gratificante fortino, che graniticamente ripudia ogni contaminazione con le ” sinistre vendute”, in cui le sediate e le botte , anche quelle fisiche, reciprocamente date, nei vari e innumerevoli Congressi di scioglimento di questo e di quello, pesano come macigni.
Insomma una sinistra perduta. Senza capacità politica e, diciamoci la verità, senza gruppi dirigenti degni di questo nome.
Dove andiamo ?
Domandone da 49 milioni !
Io suonerei una potente sveglia. Una sveglia che rompa i timpani, perché fuori dai fortini c’è ancora chi confida in una sinistra umana, seria, capace, generosa e che sia paladina di chi soffre, chi è sfruttato e impoverito, chi è alla ricerca di un progetto di vita e non lo trova.
Una sinistra che rappresenti tutti i “signor nessuno”, che non hanno santi in paradiso, e che aspettano giustizia .
Gli appelli all’unità scivolano nella retorica. Non si tratta di fare appelli, ma di guardare alla realtà e di farsi delle domande. Quelle giuste.
Allora mi torna in mente una frase di Conrad ” nell’ora del tramonto anche l’ombra dei nani sembrano giganti”.
Siccome non ci si può rassegnare a essere governati dai nani, cerchiamo un nuovo sole che non ci condanni al tramonto.”
Pina Fasciani