La vergogna della condanna di Mimmo Lucano è una vergogna mondiale.
Di Pina Fasciani
Non si contano i premi e i riconoscimenti, anche internazionali, ricevuti da Mimmo Lucano per la sua attività sulle politiche di integrazione. Il suo “Modello Riace” ha fatto il giro del mondo e ha dimostrato che ci può essere una alternativa ai respingimenti insensati o alla consegna degli immigrati alla criminalità o allo sfruttamento schiavista.
“2006 – Premio in “ricordo di Tom Benetollo”
2006 – Premio sostenibilità ambientale dalla Provincia di Roma
2010 – 3° al Premio World Mayor (migliori sindaci al mondo)
2015 – Premio per la Pace ed i Diritti Umani a Berna
2016 – 40° nella lista Fortune dei leader più influenti al mondo
2017 – Premio per la Pace Dresda
2018 – Cittadinanza onoraria dal comune di Milano
Ma proprio questi riconoscimenti hanno evidentemente infastidito alcuni interessi. Dalla relazione del Prefetto di Reggio Calabria, nei primi anni di attività di Mimmo Lucano, in cui si riscontrano anomalie sulla gestione dei migranti a Riace è cominciata la demolizione. Minniti sospese i fondi e comincio’ il calvario giudiziario. Quelle anomalie furono spazzate via dai pronunciamento del Tar di Reggio Calabria e dalla Cassazione, ma ormai la macchina della demolizione era partita.
Il calvario giudiziario iniziato allora si è concluso ieri con una condanna abnorme oltre che insensata. Lucano è stato condannato per Associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, truffa, peculato e abuso d’ufficio. Accuse assurde, pesanti che smantellano ogni possibilità per un sindaco di affrontare il processo dell’integrazione con la necessaria serenità.
È come se si dicesse ” stai attento perché sei perseguibile”!
Il teorema è dimostrare che l’integrazione, il modello Riace, non è il modello da perseguire, meglio i respingimenti, meglio consegnare i migranti alla criminalità e alla clandestinità visto che con Salvini hanno chiuso anche gli Sprar.
Un paradosso a cui lo Stato italiano non sa porre rimedio.
Lucano è stato condannato per aver accolto i migranti curdi sbarcati sulle coste, per aver dato loro un lavoro, una prospettiva, risollevando il futuro di un comune, Riace, ormai votato all’abbandono.
Lucano è stato condannato per aver affidato a due cooperative sociali la raccolta dei rifiuti. L’affidamento diretto è possibile, non c’è bisogno delle gare, lo dice la legge. Ma per Lucano non vale.
Lucano deve restituire 500 mila euro dei soldi ricevuti, ma Lucano quei soldi li ha spesi per garantire i servizi, per accogliere come previsto dalla legge.
Lucano è stato interdetto per 5 anni dai pubblici uffici, se verrà eletto in Calabria dovrà dimettersi.
A detta di quei giudici Lucano avrebbe costruito un “sistema” per tornaconto politico/elettorale.. come se in Italia i migranti potessero votare!!!
Lucano vive in povertà.
Insomma quella sentenza è un violento schiaffo in faccia a tutti.
L’assurdità non sta tanto nel confronto tra condanne.
Traini ha ucciso 6 persone e ha preso più o meno la stessa condanna, per non parlare di Buzzi, Carminati, dell’Utri e tanti altri che hanno avuto, per fatti gravissimi, pene più indulgenti.
L’assurdità sta nel fatto che Lucano paga con una sentenza “esemplare” i vuoti di uno Stato arraffone e contraddittorio nelle politiche dell’integrazione, paga la carenza della Magistratura nell’affrontare i temi della Amministrazione pubblica, che ignora leggi, procedure. Lo abbiamo visto in tanti casi, amministratori pubblici perseguiti, messi alla gogna e poi assolti perché “il fatto non sussiste”.
Vite rovinate, Lucano le riassume tutte.
Spero nell’appello, spero che il CSM ripristini la verità, non la giustizia, perché la giustizia, la legalità senza verità è una parola vuota.
Ps: per me Lucano è innocente, ma comunque mi domando che fine abbia fatto in Italia il principio della “proporzionalità della pena”.
Oltre la vergogna.