di Daniela Ranieri per Il FQ, 19-9-19
L’angelo sterminatore del Pd, finora perdente in franchising, si è appena s’è messo in proprio e ha già cominciato a fare il piazzista.
Martedì è stata una giornata di festa per noi, felici come bambini al circo: la mattina, un’intervista grandiosa a Repubblica, da cui estraiamo una frase che spicca per sovrabbondanza della categoria kantiana della renzità: “C’è un futuro bellissimo là fuori, lo andiamo a prendere?”;
la sera, un’ospitata a Porta a Porta durante la quale non abbiamo fatto che chiederci se quest’uomo esiste davvero o è una creazione di qualche laboratorio della Silicon Valley, dove peraltro si reca con frequenza sospetta.
L’intervista: le motivazioni che Renzi adduce per giustificare la scissione dal Pd sono le stesse che adduceva per rimanere nel Pd: entrare nel futuro, l’intelligenza artificiale, l’argine al populismo, i millennials … Sono precisamente le scemenze dei suoi tre anni di governo.
Mentre se la tira da statista obamiano, ha talmente tanto margine, tanto spazio da riempire per così poche idee, che può permettersi qualcuno dei suoi calembour: “Ma bisogna dire, non interdire. Fare, non bloccare. Proporre, non contrattare”.
Per soprammercato comico, il tutto avveniva sullo stesso giornale su cui tre giorni prima il sondaggio dell’Atlante politico di Demos lo dava penultimo nell’indice di gradimento dei leader, prima di Grillo ma dopo Berlusconi, Speranza, Di Battista, Toti, Calenda, Di Maio, Bonino, Franceschini, Zingaretti, Meloni, Salvini, Gentiloni e Conte.
Un progresso, considerando che nelle recenti rilevazioni era ultimo.
La serata da Vespa ci ha tolto dieci anni di vita.
Già nel promo (uno sketch finto-spigliato da animatori in case di riposo, coi due che prendono un caffè al bar di via Teulada), millanta: “Abbiamo mandato a casa Salvini”.
Intende “noi renziani”, e s’intesta un risultato che è principalmente di Conte, che avrebbe potuto restare al suo posto nel momento in cui Salvini ritirava la sfiducia. “Il partito novecentesco non funziona più”, notifica, perciò “c’è bisogno di fare una cosa nuova allegra e divertente ”.
Il suo partito-C ol orado Cafè parte da una pulsione: “Sento il bisogno, da boy scout di provincia, di rimettere lo zaino in spalla e ripartire da zero”. Non è un d éjà-vu, è proprio un autoplagio: gennaio 2017, dopo la tranvata: “Chi è cresciuto con l’esperienza scout sa che il modo più bello è mettersi in cammino”.
Nella sua logica tribale, Renzi pensa sia meglio regnare all’inferno che servire in paradiso e che la gente sia talmente disgustata da Salvini da votare lui (che la gente è disgustata è vero, ma forse non fino a questo punto).