Intervista a cura di Luca De Carolis per Il FQ, 22-11-19
Gli iscritti hanno scelto in modo quasi plebiscitario. Avete sbagliato la lettura politica, si potrebbe dire.
Trovo questo risultato facilmente prevedibile. È naturale che gli iscritti abbiamo sempre voglia di correre. Ed è sempre un valore che le persone possano esprimersi e votare.
Ma?
Ora è fondamentale che il Movimento rifletta. Siamo in un momento molto difficile, ogni giorno ci sono retroscena da guerriglia interna su tutti i quotidiani.
Falsi?
Io vedo una lotta spietata per i posti di comando, per guidare la nave. Ma intanto imbarchiamo acqua. Quindi prima di tutto bisognerebbe chiudere le falle, per poter continuare a navigare.
Intanto in Emilia-Romagna dovrete navigare per forza.
A 50 giorni dal voto non sappiamo chi voglia candidarsi presidente per il M5S, e quali saranno i nostri punti di programma. Molti dicono che parleremo di ambiente, ma le autostrade sbloccate dall’ex ministro Toninelli non ce lo permettono, se non vogliamo renderci ridicoli.
Rischiate di far vincere la Lega presentando una vostra lista?
Questo è un grave rischio per il Paese. Ma il vero problema per il Movimento è capire cos’è adesso e dove deve andare.
Con Di Maio? Il voto su Rousseau rappresenta una sconfessione del capo politico?
Il risultato esprime la voglia di esserci, sempre. Ma quando Gianroberto Casaleggio decise di non correre in Sardegna lo fece per rafforzare il Movimento sardo, non per indebolirlo. Tante persone molto riconosciute nel M5S sentivano la necessità di fermarsi. Ma nel Movimento votano e decidono gli iscritti. La speranza è di poterne fare ancora tanti di voti, in futuro…
Ecco, lei prima accennava alla lotta interna. Ora che succederà?
In questi ultimi due anni sono stato spesso accusato di essere pessimista, ma sono semplicemente realista. In questo momento la politica non premia le strategie, mi sembra evidente che non paghino.
Tradotto, il Movimento rischia di morire di troppa strategia?
Se non apriamo un nuovo ciclo con nuovi obiettivi e nuovi temi, nel M5S rischia di aprirsi un regolamento di conti. Era e resta necessario confrontarsi, al di là delle elezioni regionali.
Sinceramente, lei si sente a rischio?
Io come sempre ho espresso la mia opinione, liberamente. Spero ci sia sempre spazio per farlo. Rispetto la volontà della maggioranza, e mi auguro davvero che le cose vadano meglio di come immagino, innanzitutto in Emilia-Romagna.
Pochi minuti fa Di Maio ha precisato: “Andremo da soli”. Condivide? Alcuni dei sostenitori del no vorrebbero un confronto con i dem.
È evidente che quello in Emilia-Romagna sarà un voto estremamente polarizzato, quindi il rischio concreto è che il Movimento rimanga schiacciato tra il Pd e la Lega.
E Beppe Grillo? Cosa farà adesso?
Beppe è la persona più imprevedibile che io conosca, non so cosa farà. Ma so che ha dato 15 anni della sua vita al M5S, senza mai risparmiarsi, per tutti noi. E io mi sento di dirgli sempre e solo grazie.