«Sto preparando la valigia per il Sudan. Tenere insieme la mia famiglia? È stato più complicato in passato… Oggi i sorrisi di quei bambini sono l’essenza dell’amore tra me e i miei cari»
Sorride dolce e schiva la dottoressa Andriani.
Mariagrazia per gli amici e per il marito e per i figli…l'”Angelo” per i tanti bambini ai quali dona il suo lavoro restituendo loro un futuro, in Africa e in Centro America.
Trentacinque anni nell’ospedale di Pescara, reparto chirurgia pediatrica, raggiunta la pensione Mariagrazia ha iniziato a girare senza sosta i paesi più in difficoltà di Africa e Centroamerica per operare (gratuitamente) i bambini.
La considerano “l’angelo del bisturi” e per i bambini la sua mascherina da chirurgo è sinonimo di guarigione.
Oltre 500 interventi in meno di quattro anni, volando tra Sudan, Etiopia,Tanzania e Haiti:
«Amo troppo il mio lavoro e visto che sono ancora in salute ho avuto l’idea di portare le nostre tecniche dove, con poco, possiamo salvare tante vite. Sono paesi poverissimi e il sorriso di una madre è il regalo più grande quando riesci a risolvere il problema di un bimbo».
Il motore di questa “macchina del bene” sta nella Ada Manes Foundation for children onlus, fondata proprio dalla dott.ssa Andriani a Pescara..
La storia inizia nel 2015 con una telefonata.
Dall’altro capo c’è la persona a cui la signora Ada Manes ha affidato tutti i suoi risparmi «in modo che possano arrivare ai più deboli, perché io non ho eredi. Troverà lei il modo più giusto a cui destinarli».
E la persona adatta è proprio lei, Mariagrazia, l’unico chirurgo pediatra donna dell’ospedale di Pescara.
Così nasce la fondazione intitolata alla benefattrice e, tra un aereo e l’altro, inizia la seconda vita dell’«angelo col bisturi».
Parte dell’anno in Italia per occuparsi della gestione manageriale della fondazione e l’altra parte in viaggio:
«In molti di questi paesi accade spesso che un bambino possa morire per effetto di malformazioni – racconta Andriani – che da noi possono essere corrette. Il nostro lavoro non è soltanto quello di operare, ma di inserirci nelle comunità locali, spiegare, far capire, convincere».
Problemi da noi ampiamente risolvibili, come l’atresia dell’esofago o le occlusioni intestinali, in questi paesi diventano patologie mortali.
Perché laggiù visite ginecologiche ed ecografie sono come fantascienza: quando il bimbo nasce, se c’è un problema la famiglia parte con un fagottino di stracci per viaggi che durano giorni.
E spesso, in queste condizioni, la vita se ne va.
«Siamo una équipe collaudata: due chirurghi pediatrici, un anestesista e due infermieri. Da soli non si va da nessuna parte. Un aspetto fondamentale per noi è lavorare in network con le altre realtà come il Cesi dell’Università Cattolica o Chirurgia Solidale Onlus. Collaboriamo al progetto Sudan nato nell’Università di Chieti e supportato da Aics. L’obiettivo della fondazione – aggiunge la chirurga – oltre agli interventi, con formazione pratica di medici sul posto, facciamo anche lezioni in inglese e francese, in modo che poi possano aiutarsi da soli».
Per Mariagrazia è già tempo di ripartire:
«Sto preparando la valigia per il Sudan. Tenere insieme la mia famiglia? È stato più complicato in passato… Oggi i sorrisi di quei bambini sono l’essenza dell’amore tra me e i miei cari».
Ecco una persona che ci onora, che mi onora della sua amicizia insieme al marito Franco Totoro, che ci rende fieri e orgogliosi di essere abruzzesi.
E questa estate ha ricevuto il Premio Speciale Gaetano Crocetti a Montesilvano dove ogni anno si premiano le eccellenze abruzzesi in ogni campo durante la manifestazione dedicata a Dean Crocetti Martin.
Buon lavoro Mariagrazia e grazie.