di Emanuele Macaluso per Corriere.it, 09-07-19
Un formidabile stratega come il generale prussiano Karl von Clausewitz ripeteva – per averne provata l’efficacia sul campo – che il vantaggio quasi unico dell’offensiva consiste nella sorpresa. Questo è evidente ancor più qualora ci si trovi in condizioni di inferiorità numerica e di sfavore nel posizionamento. Se poi anche gli ufficiali di cui si dispone e gli armamenti sono modesti, allora davvero sorprendere l’avversario può rivelarsi l’unica speranza.
Proviamo ad applicare questo elementare, provato concetto alla politica e, segnatamente, al Pd.
Questo partito conta quasi tutte le condizioni della parte svantaggiata: ha meno truppe e non tutte motivate e convinte, un posizionamento debole, un comandante generoso ma non carismatico, una prima linea di ufficiali almeno inesperta, un equipaggiamento dialettico e programmato datato e già più volte sconfitto.
Non una bella situazione di partenza, dunque.
Anche perché non è più il tempo in cui singole battaglie e lunghe guerre si vincono solo con l’entusiasmo e la passione di giovani a caccia di gloria, libertà, rivoluzioni talvolta. Certo che si tratta di elementi importanti – passione ed entusiasmo – ma la propria gente e quella da tirare dalla propria parte ha bisogno di parole d’ordine chiare, nuove, a presa rapida e di largo consumo.
Non favole, non bugie, non illusioni, ma prospettive appetibili, obiettivi raggiungibili, strade che battano nuovi percorsi. Da dove cominciare? Certamente non da blitz prevedibili e suicidi come quello attuato dai parlamentari saliti sulla Sea Watch.
I sondaggi eseguiti a bruciapelo hanno – come era evidente che fosse – certificato nuove adesione alla linea Salvini. Se questo genere di azioni è il meglio e il nuovo che il corso di Nicola Zingaretti è in grado di mettere in campo, la guerra è persa prima di combatterla davvero.
Una cosa il neosegretario ha capito e sta cercando di portare avanti: bisogna uscire dai salotti, dalle terrazze e dai dannosi consessi di finti radical, finti chic e finti amici e tornare a sporcarsi le mani. Tornare tra la gente, aprire sezioni, ascoltare, condividere, trasmettere.
Come diceva Palmiro Togliatti, «le sezioni nei rioni delle città e dei paesi debbono diventare dei centri della vita popolare, dei centri ove debbono andare tutti i compagni, i simpatizzanti e quelli senza partito, sapendo di trovarvi un partito e un’organizzazione che s’interessano dei loro problemi e che forniranno loro una guida, sapendo di trovarvi qualcuno che li può dirigere, li può consigliare e può dar loro la possibilità di divertirsi se questo è necessario». Anche divertirsi, sì, divertirsi: non trasmettere più ansia di quanto la gente non abbia già di suo.
Essere credibili, seri, efficaci non vuol dire incarnare sempre il volto del sacrificio, delle tasse, del rigore, della stoica attesa di miglioramenti che neanche l’orizzonte del sol dell’avvenire riesce a illuminare.
L’aveva capito Togliatti settant’anni fa, possibile non entri nella testadi una sinistra che solo a parole si dice moderna? Una sinistra che ogni volta che si affaccia qualcosa o qualcuno di nuovo all’estero, corre ad inseguire e adulare, scopiazzare.
Va benissimo anche questo, ma almeno scegliere bene e copiare le cose giuste. In Olanda la sinistra si afferma indurendo le proprie posizioni in tema di immigrazione?
Del Rio, Orfini e compagni vanno in processione sulla Sea Watch.
Il collega di partito Marco Minniti non gli ha insegnato niente, evidentemente.
Con il più classico dei tafazzismi, un cono d’ombra lo ha divorato, colpito ancor prima alle spalle da un fuoco amico che non ha capito niente ancora una volta.
Se Zingaretti pensa che per ripartire sia sufficiente il suo sorriso sincero e bonario, ripescare un po’ di vecchie glorie disertate verso il nulla e giocare solo di rimessa su azioni ed errori degli avversari, il Pd non andrà oltre un inutile galleggiamento. Ogni tanto un guizzo, qualche piccolo successo, banchetti a base di briciole.
Chiudere la scuola politica a Frattocchie è stato un evidente errore. In molti non avrebbero passato le selezioni per fare politica in prima fila.
Comparse, oneste comparse.