Vent’anni dopo l’editto bulgaro belusconiano, questa volta sono il Pd e Italia Viva a brindare per una (tentata) censura nel servizio pubblico. Ieri una nota di Viale Mazzini ha fatto sa pere che “la direzione di Rai3, di intesa con l’amministratore delegato della Rai, ha ritenuto opportuno non dar seguito al contratto originato su iniziativa del programma Cartabianca che prevedeva un compenso per la presenza del professor Alessandro Orsini nella trasmissione
Lorenzo Giarelli e Gianluca Roselli per IlFQ 25-03-2022
Accusato di essere un pericoloso fiancheggiatore di Putin, il professore della Luiss – e firmadel Fatto – è stato messo alla porta da Franco Di Mare e Carlo Fuorte senza neanche avvisare la conduttrice Bianca Berlinguer:
“Questa decisione limita gravemente il mio ruolo di autrice e responsabile di Cartabianca per quanto riguarda la questione fondamentale della scelta degli ospiti”. Il tutto per la gioia dem e renziana, esplicitata dalle parole di giubilo di Valeria Fedeli, Andrea Marcucci e Michele Anzaldi.
Ma se l’obiezione è che la Rai non debba pagare gli ospiti – a meno che non si voglia ammettere che il problema sono le opinioni di Orsini – allora si pone il servizio pubblico fuori dal mercato, visto che da anni (soprattutto da quando Rete 4 si è riempita di nuovi approfondimenti) la maggior parte dei talk serali prevede la partecipazione di esperti contrattualizzati o il pagamento di un gettone per gli altri big. E il cachet di Orsini, 2 mila euro a puntata a cui peraltro si è detto pronto a rinunciare (e martedì sarà di nuovo in studio), è in linea con questo mercato, il cui range varia da qualche centinaio di euro a 4-5 mila euro.
Basta farsi una chiacchierata con conduttori e autori dei più importanti programmi televisivi, alcuni dei quali hanno messo sotto contratto anche firme del Fatto (è il caso del direttore Marco Travaglio a Di Martedì e a Otto e mezzo o di Andrea Scanzi a Cartabianca e Otto e mezzo, mentre il nostro fondatore Antonio Padellaro percepisce un gettone per le trasmissioni di Lilli Gruber e Corrado Formigli), per garantirsene l’esclusiva e un contributo editoriale che va- da oltre la semplice ospitata, anche con l’obiettivo di aumentare lo share.
VIALE MAZZINI. Rimanendo a Cartabianca, per esempio, qualche giorno fa è stato proposto un contratto anche a Donatella Di Cesare, filosofa e collaboratrice del Fatto criminalizzata per alcune critiche alla Nato (e mai pagata, invece, per le puntate di Piazzapulita).
Un’offerta inferiore ai 1.000 euro, quindi più bassa di quella accettata da Orsini, in un programma in cui un altro ospite fisso come Mauro Corona percepisce circa 800 euro a puntata. Niente, invece, per Luca Telese, a sua volta presente spesso su Rai3: essendo parente acquisito della Berlinguer, il giornalista ha preferito rinunciare a ogni compenso per eliminare in partenza il sospetto di conflitto di interessi. Ma Telese non si scandalizza del contratto di Orsini: “Tu non compri quelle due ore di trasmissione, stai comprando i suoi vent’anni di preparazione e di studio”.
Sempre in Rai, Porta a Porta ha sotto contratto solo l’editorialista del Corriere della Sera Antonio Polito, le cui note politiche vengono comunque retribuite circa 500 euro a puntata.
Tutti coloro che vanno ospiti a La vita in diretta da Alberto Matano nel pomeriggio di Rai1, invece, prendono un gettone di presenza.
Poi c’è Fabio Fazio. Qui i compensi non sono gestiti direttamente da Viale Mazzini, ma dalla società Officina. Al momento sono contrattualizzati Roberto Burioni (ricercatissimo soprattutto in pandemia, con compensi di 5 mila euro a puntata) e Roberto Saviano.
Ma gettoni di presenza (nell’ordine di qualche centinaio di euro) vengono incassati anche dai giornalisti spesso ospiti del programma: Massimo Giannini della Stampa, l’ex direttore del Corriere Ferruccio de Bortoli e il direttore del Foglio Claudio Cerasa.
LA7. Poi c’è La7. A Otto e mezzo Lilli Gruber si è assicurata la presenza regolare di alcuni commentatori messi sotto contratto: Beppe Severgnini, Massimo Cacciari, Lina Palmerini, Alessandro De Angelis. Tutti con gettoni di entità variabile, ma non distanti dai 2 mila euro a puntata di cui sopra.
I talk della prima serata possono spendere anche di più. Prima di accettare la proposta di Cartabianca, a Orsini erano stati proposti 3.500 euro da Di Martedì e circa 4.000 da Non è l’Arena di Massimo Giletti. Giovanni Floris ha sotto contratto Elsa Fornero e, fino a poco tempo fa, Barbara Gallavotti e Ilaria Capua, ma i tempi cambia- no: prima andavano forte i virologi, ora gli esperti di geopolitica.
A Piazzapulita, Corrado Formigli si è garantito la presenza di Orsini, ma prevede gettoni anche per Mario Calabresi, Annalisa Cuzzocrea e gli altri ospiti più assidui, come l’editorialista del Manifesto Alberto Negri. Per dare un’idea delle cifre, da un mese partecipa in esclusiva alla trasmissione anche Na- thalie Tocci, politologa e componente del cda dell’E- ni, che ha percepito 500 euro apuntata ( ma a breve l’accordo scadrà).
Massimo Giletti può contare, tra gli altri, su Sandra Amurri. Zero cachet, invece, per i programmi del mattino e del pomeriggio, ovvero Omnibus, Coffee break, L’aria che tira e Tagadà.
MEDIASET. A Cologno Monzese la strategia è diversa. Qui i contratti non sono fatti dai singoli programmi, ma dalla rete, e chi li sottoscrive è tenuto poi a partecipare a varie trasmissioni del Biscione, a seconda delle necessità editoriali: Mattino Cinque, Stasera Italia, Contro corrente, Quarta Repubblica e così via.
Tra opinionisti e giornalisti sotto contratto ci sono Da- niele Capezzone, Hoara Borselli, Vittorio Sgarbi, Alessandro Sallusti, Francesco Borgonovo e Maurizio Belpietro, ma anche volti come Giuseppe Cruciani e Alessandro Cecchi Paone che spesso sono ospiti anche fuori da contesti politici. “È normale che chi va ospite con assiduità in un programma debba essere pagato – è la versione di Nicola Porro – È come qualsiasi altro rapporto di collaborazione. I 2 mila euro a Orsini possono sembrare tanti per un personaggio diventato noto da poco, ma ci stanno”.
Anche a Mediaset il tariffario cambia a seconda dell’appeal del protagonista, ma da Cologno lasciano intendere che ci si muova tra i 500 e i 1.000 euro a puntata.
I talk serali di Rete 4 però non pagano soltanto gli esperti di politica. Anche nomi dello spettacolo e della tv come Iva Zanicchi o Rita Dalla Chiesa, che a volte presenziano da Mario Giordano o da Paolo Del Debbio, ricevono un compenso tra i 1.000 e i 1.500 euro.
A proposito di Del Debbio a del suo Dritto&rovescio, la trasmissione si distingue per essere l’unica che paga Vittorio Feltri: “Vado sempre ovunque senza chiedere nulla, ma loro mi inviano lo stesso un contributo”, ci dice il fondatore di Libero.
L’unico, nei talk show, pagato quasi a sua insaputa.