intervista a cura di Luca De Carolis per il FQ, 24-8-19
La veterana che è stata la prima capogruppo alla Camera del Movimento, il volto del proverbiale streaming con Pier Luigi Bersani, sostiene che bisogna provarci e possibilmente riuscirci: “Possiamo trovare un accordo con il Pd perché abbiamo una cornice di valori in comune. E poi abbiamo l’impegno con i cittadini di portare avanti i punti di programma con cui ci siamo presentati alle scorse Politiche”.
Roberta Lombardi spera nell’intesa, “anche se l’ipotesi delle elezioni è sempre lì”. Ma ha paletti e principi da ricordare. E una premessa: “Con la Lega non si può assolutamente tornare, non potremmo mai più fidarci di chi ha aperto una crisi di governo senza alcuna ragione”.
In un post Alessandro Di Battista saluta come “una buona cosa le aperture della Lega ”. Che ne pensa?
Mi viene in mente che anche nel 2013, quando non eravamo arrivati primi per pochi decimali, io e l’altro capogruppo Vito Crimi eravamo impegnati in tavoli e incontri. E ogni tanto arrivava la dichiarazione di qualche solista che andava in direzione contraria alla volontà maggioritaria del gruppo parlamentare. Mi immagino cosa avranno provato oggi i nostri attuali capigruppo seduti al tavolo con il Pd, quando hanno visto quel post. Se vuole davvero dimostrare di aver capito la lezione delle Europee, il Movimento deve tornare a muoversi in modo corale e non per fughe in avanti di qualcuno.
Di Battista potrebbe aver tenuto aperto il forno con la Lega per ottenere di più dal Pd . . .
Giocare al rialzo su temi importanti per il Paese è giusto. Quello che è pericoloso è farlo con una tempistica sbagliata, nel momento in cui due forze politiche che se le sono date fino all’altro giorno si stanno guardando negli occhi. Le trattative non si fanno con i post. Io tratto con il Pd in Regione Lazio in qualità di capogruppo del M5S e non lo faccio mai tramite note o interviste. Cerco di convincere i democratici a lavorare assieme su punti necessari e comuni a entrambi, dai rifiuti all’economia circolare. E lo stiamo facendo.
Come giudica i punti elencati da Zingaretti e Di Maio?
La base di partenza è buona. Abbiamo governato per 14 mesi con una forza politica che non ci ha permesso di essere noi stessi: la Lega è un partito conservatore e noi siamo progressisti, il Carroccio sottovaluta il tema dell’ambiente mentre per noi è centrale. Invece con il Pd si possono trovare punti di contatto su temi come l’ambiente, la coesione sociale e il conflitto d’interessi. E sono essenziali il taglio dei parlamentari e il disinnesco delle clausole Iva.
Lei definisce il M5S progressista, ma avete votato senza colpo ferire i due decreti Sicurezza di Salvini. E c’è il tema dei porti. Non siete così progressisti, oppure avete ceduto troppo alla Lega?
Sull’immigrazione abbiamo sempre avuto un’impostazione diversa da quella del Pd, anche se già molti anni fa facemmo approvare da tutto il Parlamento una mozione in cui chiedevamo, tra l’altro, che i migranti fossero redistribuiti nei vari Paesi europei e i corridoi umanitari. Dopodiché sulla sicurezza abbiamo ceduto un po’ troppo alla Lega, è vero. Ma con i dem si può ricostruire un percorso anche su questo.
Zingaretti ha detto che Giuseppe Conte non può tornare a Palazzo Chigi, mentre Di Maio per lui potrebbe far parte del governo. Potendo scegliere chi terrebbe? Conte è essenziale?
Vorrei che ci concentrassimo più sulle cose da fare che sui nomi. ‘Siamo tutti indispensabili ma nessuno è insostituibile’, diceva Gianroberto Casaleggio. Dopodiché il presidente Conte, che non è mai stato iscritto al Movimento, si è costruito una grande credibilità anche a livello internazionale. È una risorsa del Paese, che va valorizzata.
E Di Maio?
Ritengo che i nomi di primo piano di Pd e M5S non dovrebbero fare parte di un eventuale nuovo governo. Potrebbero essere divisivi. Ora servono responsabilità e coraggio.
Ma la vostra base come potrà accettare un accordo con i dem, “il partito delle banche” come urlate da anni?
La nostra gente ha mostrato sempre di avere senso pratico. L’accordo con il Pd stavamo per farlo anche nel 2018, poi Renzi lo fece saltare. Ma anche la Lega era quella dei 49 milioni euro di rimborsi pubblici spariti e che amministra Comuni e Regioni con Berlusconi. Però gli iscritti ci dissero di andare avanti, per realizzare il programma.
L’accordo va votato sulla piattaforma Rousseau?
Sarebbe nelle nostre corde. Però comunicare in pochi giorni il senso e i punti di un’intesa così complessa, perché giustamente il Quirinale ha fretta di mettere in sicurezza il Paese, non mi pare facile. Bisognerà valutare.
Ha accennato al voto anticipato. Concederebbe la deroga a chi già sta svolgendo il secondo mandato?
Assolutamente no. E certe dichiarazioni mi sembrano fatte da persone che si sentono la deroga in tasca. O che magari hanno fretta di tornare in Parlamento.