Lettera di Rob
Caro direttore, in questi giorni la rassegna stampa mi fa pensare alla fiaba della Bella addormentata nel bosco.
C’è un castello (il palazzo) addormentato in una magia, mentre il resto del paese intorno vive e si muove.
E nella sospensione dalla realtà in cui vive il castello, i suoi protagonisti, mostrando grande noncuranza, combattono il loro personale risiko di palazzo e perdono di vista il quadro generale, in cui il grande nemico che avanza non si chiama Sal- vini, ma astensione e rassegnazione.
Due temi tengono banco da giorni: la manovra e le prossime elezioni in Emilia Romagna. Con unico comune denominatore, la plastic tax.
Con Bonaccini, presidente ricandidato di una regione dove l’industria del packaging lavora operosa e preoccupata da questa nuova tassa.
IO MI SONO STANCATA di una politica che fa le sue scelte sulle convenienze elettorali anziché su un progetto di Paese. È contro questo modo di fare politica che è nato il Movimento 5 Stelle 10 anni fa.
E poiché in questo Paese c’è un’elezione ogni due mesi, sembriamo il criceto nella sua ruotina: corriamo corriamo ma non ci muoviamo di un millimetro.
E allora, coraggio e visione: vogliamo veramente cambiare questo Paese? Giochiamoci oggi il tutto per tutto. Non abbiamo nulla da perdere ed è quindi la situazione ideale.
Un premier che un lavoro a cui tornare ce l’ha e che quindi non è avvitato alla sua poltrona. Una forza politica, il M5S, con un’identità smarrita che per rinascere può solo aggrapparsi con saldezza ai suoi valori, in primis l’interesse pubblico da perseguire a discapito delle convenienze elettorali.
Un partito, il Pd, che dopo la sbandata a destra renziana degli ultimi anni, può finalmente decidere da che parte della storia stare.
Un altro partito, Italia Viva, costruito in provetta dentro il palazzo che minaccia sottilmente ogni giorno di sfasciare tutto e che io sfido pubblicamente a farlo, così finalmente andando a elezioni vedremmo quanta presa ha Renzi nel mondo reale e ce lo toglieremmo una volta per tutte dalla storia politica.
Giochiamoci il tutto per tutto oggi, che c’è questa congiunzione astrale irripetibile.
Nessuno tocchi la plastic tax, difendiamola e miglioriamola. Insieme a una tassa che orienti il Paese verso la sostenibilità ambientale, diamo un’opportunità a una filiera produttiva con incentivi mirati alla ricon- versione ecologica del loro business per chi produce ancora con le plastiche tradizionali di derivazione fossile.
E sosteniamo e miglioriamo ricerca e sviluppo delle imprese che lavorano nel settore delle bioplastiche. Ma non torniamo indietro. Non facciamo giravolte in nome di dubbie convenienze elettorali.
La storia di questi ultimi due anni dimostra che quando si è pensato con schemi mentali prudenti e di convenienza, in un cerchiobottismo infinito e nauseante, gli elettori ti puniscono: non si fidano più di te, perché non ti riconoscono più come un innovatore con le idee chiare.
E POI QUESTO INFINITO balletto sulle alleanze regionali, come in Emilia Romagna. Esperimento finito (a proposito, i cittadini non sono le nostre cavie), alleanza assolutamente mai, ma forse sì, decidano i gruppi, anzi no.
Chi ha stabilito che siano Di Maio, Zingaretti, i gruppi parlamentari o i consiglieri regionali a decidre se andare insieme alle elezioni regionali?
Chi vuole miscelare l’acqua con l’olio dovrebbe aver visto l’Umbria e, se solo avesse gli occhi ben aperti sulla realtà e non chini sui sondaggi, capire che le cose non si possono decidere chiusi a palazzo.
E allora, l’idea semplice: affittiamo un palazzetto dello sport da qualche parte in Emilia Romagna.
Una giornata aperta a tutti: M5S, forze civiche, Pd, associazioni, comitati, movimenti.
Pochi ma precisi tavoli di lavoro: acqua pubblica, politiche della casa, economia circolare, sostenibilità ambientale, sanità pubblica, infrastrutture a salvaguardia del territorio…
E vediamo chi viene. La risposta per poter fare un percorso insieme alle elezioni nascerà naturale da chi ci sarà e se ci sarà.
Persone che si incontrano per condividere idee e speranze e che decidono in prima persona se questo matrimonio in Emilia Romagna s’ha da fare o no.
Rovesciamo la piramide. Basta alchimie di palazzo compulsando i sondaggi. Basta con i pochi che decidono per molti.
Ma che siano le persone che vivono il territorio a decidere quali idee vo- ler realizzare e chi volere accanto a sé.
E se quella giornata andrà deserta o peggio ancora non produrrà uno straccio di idea condivisa, Di Maio e Zingaretti avranno già la risposta che cercavano sull’Emilia Romagna, con buona pace di Bonaccini, gli esperimenti, la plastica e il Paese.
erta Lombardi al Direttore per Il FQ, 04-11-19