Intervista a laura Boldrini a cura di Silvia Truzzi per Il FQ, 8-10-19
Laura Boldrini, ex presidente della Camera, deputata eletta con LeU e appena passata al Pd “derenzizzato”, ha teso una mano dallo studio di Fabio Fazio all’ex nemico Beppe Grillo.
Onorevole Boldrini, lei ha detto: “Beppe Grillo scrisse ‘Cosa faresti alla Boldrini in macchina?’. Non posso dimenticare quella pagina, aprì una campagna molto dolorosa contro di me”. Ora è pronta a incontrarlo: perché ha maturato questa convinzione?
Il Movimento 5 Stelle è cambiato nei modi in cui fa politica, perché governare vuol dire anche assumersi delle responsabilità. Alcuni deputati del Movimento hanno cambiato il loro comportamento e anche, come documenta Flavio Aliverinini (suo portavoce, ndr) nel libro La grande nemica, opinione su quel post: oggi non lo condividerebbero più perché si sono resi conto di quante reazioni violente e minacciose ha causato. Penso sia arrivato il tempo giusto per incontrare Grillo.
Cosa gli vorrebbe dire?
Vorrei affrontare con lui le tantissime questioni legate alla Rete. A cominciare dalle tasse che questi giganti non pagano. Le multinazionali del web – tutte insieme da Amazon a Google Airbnb, Uber, Google, Facebook, Amazon, Apple, Twitter – hanno pagato in Italia nel 2018 tasse per 37 milioni di euro! Vogliamo o no mettere la parola fine a questa situazione?
Poi ci sono i temi legati alla sicurezza.
Credo che sia necessario responsabilizzare le piattaforme per quanto riguarda la rimozione dei contenuti illeciti. In Francia e in Germania il legislatore ha previsto multe per le piattaforme nel caso di mancata rimozione dei contenuti illeciti.
Lei si è occupata molto anche di revenge porn.
Siamo riusciti a introdurre il reato. Io ho lavorato con alcune associazioni, giuristi e psicologi: insieme abbiamo raccolto 100mila firme per una legge articolata sul revenge porn. Ma anche il Movimento 5 stelle ha una legge. Quindi dico: uniamo le forze. Le vittime hanno bisogno di assistenza psicologica e credo sia urgente introdurre l’obbligo per le piattaforme di rimuovere i contenuti come da regolamento del Garante della privacy.
Non servirebbe agire anche per limitare l’anonimato?
Sempre più spesso le persone insultano e minacciano identificandosi con nome e cognome perché pensano di potersi permettere tutto ai danni di qualcun altro.
Manca l’educazione digitale?
Eccome se manca! Per questo con il professor Rodotà nel 2015 abbiamo elaborato la Carta dei diritti e doveri di Internet, che elenca nero su bianco 14 principi fondamentali della Rete, a cominciare dalla tutela dei dati. Anche i genitori sono impreparati nell’educazione digitale, sia in termini di codici di comportamento che di conoscenza dei pericoli. Per questo serve assolutamente introdurre l’educazione civica digitale.
Pensa che Grillo le risponderà?
Spero di sì e vale la pena provarci: la mia apertura non è a livello personale. Credo che sia giusto unire le forze per migliorare la situazione. Abbiamo delle responsabilità verso la collettività, che devono necessariamente andare oltre le questioni personali: oggi il tema dell’odio in Rete deve essere urgentemente affrontato. E siccome Grillo con il Movimento 5 Stelle ha fatto del digitale uno strumento essenziale del suo agire politico il suo contributo può essere molto prezioso.