Tra formazione del governo e venti di guerra la confusione regna sovrana e non riesco ad appassionarmi alla telenovela sul futuro governo.
Mi sembra tutto già scritto ed io, da privata cittadina, non ho alcuna possibilità di far sentire la mia voce. Certo posso esprimere le mie opinioni sui social, in questo blog, ma avverto ugualmente una sensazione di inutilità.
Tutti i protagonisti di questa vicenda, che appassiona ogni giorno i nostri media, mi appaiono gli stanchi burattini di un copione sempre uguale: le facce sono diverse, ma i riti, le parole, gli scenari, si ripetono inesorabilmente.
Non so nemmeno se tutte le notizie che mi arrivano dalla rete, dai giornali, dalla tv siano vere, in questo colossale gioco di mistificazioni.
Siamo sull’orlo di una guerra nucleare? Sono state usate armi chimiche? Serve un governo perché la situazione in Siria è grave, occorre prendere posizione. Ma quale posizione, se l’Italia, non da adesso, è una portaerei americana? Ci sono i trattati internazionali. L’adesione alla NATO. Quale può essere lo spazio di manovra del governo italiano da sempre asservito agli interessi americani? In questo quadro non ci sono i buoni contro i cattivi. A me sembrano tutti cattivi, mossi da interessi egoistici.
Perciò il vecchio film della eroica cavalleria delle giubbe blu contro gli indiani sporchi e brutti non funziona più: abbiamo visto come quei soldati che amavamo tanto da bambini,(ricordate Rin Tin Tin?), non fossero così innocenti ed abbiano perpetrato un vero genocidio.
Adesso abbiamo, come ha detto Trump, i missili belli e intelligenti. Intelligenti erano le bombe in Iraq, ricordate? Intelligenti? Forse non uccidono? Quale bellezza può esserci in uno strumento di morte? E poi intelligente dovrebbe essere chi preme il bottone per il lancio del missile o della bomba.
Mi fa orrore leggere queste dichiarazioni, come temo il sorriso infantile del dittatore coreano quando assiste al lancio dei suoi missili.
Proprio come un bambino felice per la riuscita del suo gioco, pronto a ripeterlo ancora e ancora… Senza comprendere che questo gioco ripetuto uccide innocenti, può distruggere il mondo.
E mi appare un gioco infantile pubblicare i selfie con la mano sulla bocca per protestare contro il presunto uso di armi chimiche in Siria.
Se protesta deve essere, si alzi la voce alta e forte contro la guerra, si occupino le piazze a milioni, si forzino i governi a scelte chiare per evitare ulteriori spargimenti di sangue, altrimenti quei selfie servono soltanto a farci sentire inutilmente buoni.
Caterina Abbate