di Marco Palombi per Il FQ, 10-8-19
Per chi, comprensibilmente, non volesse seguire la campagna elettorale a venire, la riassumiamo qui in circa 250 parole.
Lo dico da papà.
Zingaraccia, kosovaraccio, africanaccio, ruspa.
Pieni poteri (sic!).
Non andremo più a Bruxelles col cappello in mano.
Prima gli italiani. Bacioni. Cambieremo l’Europa dall’interno (credece).
Bibbiano, la famiglia, i globalisti.
Sto al governo per fare le cose.
No alla Repubblica dei giudici (sì, è sempre Salvini).
La casta ha voluto salvarsi le poltrone.
Il partito degli affari, la cricca, la mafia, i poteri forti, la Spectre.
Siamo una forza responsabile, la Lega voleva aumentare il deficit (sì, sono ancora i grillini).
No Tav, No Tap, No Ilva (ma pure sì).
La casta, i corrotti, le poltrone, ci siamo tagliati gli stipendi. I rubli, i rubli, i rubli, Putin, Putin, Putin.
Il fascismo, il razzismo, il nazismo. Restiamo umani (ma insieme a Minniti).
L’Europa, l’Europa, i mercati, lo spread, il debito pubblico, il pericolo sovranista.
Blocco navale!
Difesa dei confini!
Governo sovranista!
Riduzione delle tasse, sostegno a chi crea lavoro e pareggio di bilancio (sì, sì, tutto insieme).
Il mio babbo è innocente, il tempo è galantuomo, se avesse vinto il Sì, #avanti.
Signorina, se avessi dieci anni di meno le farei la rivoluzione liberale.
Meno tasse, meno burocrazia, sono amico della Merkel, l’Italia era rispettata nel mondo, la patonza deve girare.
Ma davvero non mi avete candidato?
La politica è morta, ormai gli ideali non contano più.
Ecco, ora potete distrarvi