Quando accendo la TV, mi imbatto ovunque in giornalisti che discutono incessantemente delle notizie dal Parlamento (Maria Elisabetta Casellati eletta al Senato, Roberto Fico alla Camera), di retroscena (molti, più o meno inventati, a seconda dello schieramento di appartenenza), delle sofisticate strategie relative alla formazione del governo, di ogni possibile scenario, praticamente del nulla.
Molto divertenti sono le interviste di persone fermate per strada. Poco informate che ripetono banalità.
Nessuno rifiuta, però, di apparire in televisione, anche se si rischia la figuraccia.
E questo sarebbe il popolo sovrano? Questo sarebbe lo specchio del paese? Trovo inutili questi servizi televisivi che non dicono nulla della realtà italiana.
Non parliamo poi delle interviste ai politici.
Ieri andavano in onda interventi di fuoco da parte di esponenti del centrodestra contro il traditore Salvini. In obbedienza al durissimo comunicato di Berlusconi.
E i giornalisti , in toni drammatici: si è spaccato il centrodestra!!
Questa mattina, trovato l’accordo sul nome della candidata del centrodestra alla presidenza del Senato, Elisabetta Casellati, son tutti volemose bene e rose e fiori.
Quanto avrei voluto essere una mosca, per volare nelle segrete stanze di Palazzo Grazioli ed assistere alla riunione riservatissima di questa notte.
Per sapere che cosa si siano veramente detti. Minacce, ricatti, accordi segreti, insulti, promesse?
E dal versante M5stelle che si dice? Di Maio in assemblea ha comunicato il nome del candidato del Movimento alla presidenza della Camera, Roberto Fico. Era trasparente e sereno. Sicuro, sicuro?
Vorrei entrare nella testa di Di Maio in questi momenti. Cosa sta davvero elaborando dietro quel sorrisetto soddisfatto? Non teme che i suoi piani sul governo possano fallire, ora che ha incassato la presidenza della Camera? È tutto cosi tranquillo nel Movimento?
Non potremo sapere nulla, la realtà non è quella che ci raccontano o che crediamo di intuire.
In questi anni ne hanno raccontato di belle in Italia, in Europa, nel mondo intero.
Alla fine però tutti, alleati e avversari, hanno applaudito con entusiasmo, o con qualche mugugno, all’elezione di chi avrebbe occupato lo scranno più alto. Lo faranno ancora.
E noi resteremo a guardare.