di Luigi Anzellini
Come ho già fatto presente la politica è una disciplina che segue la fredda regola dei numeri e che concede difficilmente seconde occasioni.
L’attuale crisi è la risultanza di una serie di errori concatenati: in primis gli errori strategici del PD che hanno spalancato un’autostrada al movimento 5 stelle, poi, sempre dal medesimo PD, aver rifiutato di sottoscrivere un patto di governo, quando fu loro proposto, sottovalutando le conseguenze e le opzioni che sarebbero derivate da quel rifiuto.
I 5stelle hanno commesso il madornale errore, tattico e strategico, di imbarcarsi nello sciagurato governo gialloverde, con le conseguenze prevedibilissime che ne sono derivate.
La stampa e i social hanno la tendenza a sfuggire dalle soluzioni determinate dalle contingenze e sempre dalla fredda regola dei rapporti di forza. Si semplifica, spesso artatamente, orientando verso una personalizzazione.
Così Grillo, Renzi e Zingaretti, diventano tutti personaggi di una narrazione e non si tiene conto che vi sono condizioni OGGETTIVE cui non è dato sottrarsi.
Grillo, giustamente dal suo punto di vista, cerca di guadagnare spazi di recupero per cercare di far tirare fuori il movimento dal cul de sac in cui si era infilato,
Zingaretti ha dimostrato di non essere un dirigente politico erede di una tradizione in cui il “tanto peggio tanto meglio” era bandito e avrebbe dovuto anticipare la mossa di Renzi, anteponendo la tenuta democratica ad interessi di parte, secondo un calcolo miope peraltro e…
Renzi……controlla i gruppi del PD in Parlamento.
Questa è la situazione, queste sono le figure cui è affidata oggi la tenuta del nostro sistema democratico e che devono cercare di fare sintesi politica senza sgambetti e forzature.
Se tutto ciò non funziona arriva Salvini e…. buonanotte ai suonatori!