«Ero ossessionata dal sesso».
A 71 anni Jane Birkin si mette a nudo. In un libro, Munkey Diaries, che altro non è che la pubblicazione integrale del suo diario, la cantante e attrice ha deciso di rivelare i dettagli più intimi della sua vita.
Gli stessi che per anni ha confidato a Munkey, la scimmietta di peluche che vinse durante una tombola quando aveva undici anni e che ancora oggi tiene con sé.
La prima parte del libro, 1957-1982, uscirà il 3 ottobre (per la seconda bisognerà aspettare il 2019), ma sfogliando le anticipazioni sul Nouvel Obs è evidente che la Birkin non ha voluto censurare nessun ricordo.
A cominciare dal suo primo matrimonio.
Nata a Londra il 14 dicembre 1946, a soli 17 anni Jane sposa il compositore inglese John Barry, autore delle colonne sonore di James Bond.
Con lui fa per la prima volta l’amore, da lui ha la sua prima figlia, Kate (morta suicida nel 2013).
E proprio durante la loro relazione capisce di essere ossessionata dal sesso: «Non riesco a pensare ad altro. Ma non posso dire a John che è sposato con una maniaca sessuale».
Il desiderio non l’abbandona mai e in più il marito non è un amante molto focoso: «Quando ero incinta non voleva neanche toccarmi».
Nel 1968 i due si lasciano e Jane si innamora follemente di Serge Gainsbourgche finalmente sembra soddisfarla:
«È così dolce, tenero, forte e sensuale, è sessualmente meraviglioso».
Con lui Jane dà scandalo ansimando in Je t’aime moi non plus (censurata in mezzo mondo), con lui realizza i suoi desideri più reconditi, compreso quello di sentirsi, per una notte, «una sordida puttana».
Era il 1968: «“Voglio andare in un bordello!”, dissi a Serge dopo due dozzine di ostriche e un po’ di vino di troppo. Dieci minuti dopo eravamo a Pigalle, in una strada raccapricciante.
È stato molto eccitante essere lì in miniabito nero e stivali alti fino alla coscia. La fantasia era realtà».
Però durò poco: due lucciole di professione si scagliarono contro la Birkin e Gainsbourg, piuttosto imbarazzato, la fece risalire in fretta su un taxi.
Dodici anni dopo, e dopo aver messo al mondo la secondogenita Charlotte, Jane lasciò il cantautore.
Lo amava ancora ma l’alcolismo di lui la stava distruggendo: «Avevo voglia di morire. Davvero. E per mano sua».
Anche quando conobbe il suo ultimo grande amore, il regista Jacques Doillons, da cui ebbe la terza figlia Lou, Jane non riuscì a dimenticare Serge.
Tanto che all’inizio si chiedeva: «È possibile vivere in tre?».
Quel ménage à trois è rimasto una delle poche fantasie erotiche che Jane, che dopo tante passioni vive sola da oltre vent’anni, non è riuscita a trasformare in realtà.