Luciano Odorisio, Politica

Il sociologo Marco Revelli ”I contestatori del ministro infastiditi dall’intrusività rozza”

Stralcio intervista al sociologo Marco Revelli a cura di Silvia Truzzi, Il FQ, 16-05-19

“(…)

Professore, che cosa sta accadendo? 

Salvini ha superato un limite. Non solo dal punto di vista del contenuto politico, e mi riferisco a un’ostentazione di disumanità verso gli ultimi divenuta esasperata. Un messaggio che era indirizzato, e in qualche misura incontrava anche, ai cattivi sentimenti delle maggioranze silenziose, ma che è diventato troppo rumoroso. Troppo radicale perché si è coniugato con forme di estremismo politico di destra che non rassicurano le maggioranze silenziose. C’è un clamoroso errore comunicativo nell’agire del ministro, che è lo sbaglio in cui incorrono tutti quelli che puntano tutto sull’esibizione di se stessi e sulla messa in scena della propria persona. 

Quest’operazione inizialmente ha pagato. 

Attraversiamo un periodo di forte personalizzazione della politica, quella fase però è durata poco. Esibire il proprio gigantesco io – mentre mangia la Nutella o il ragù, mentre sta a letto con la fidanzata o è in spiaggia – dopo un po’ fa l’effetto della bulimia. Renzi docet

Ha visto il “Vinci Salvini”? 

Un ministro non dovrebbe mostrare rispetto per la funzione che esercita? Quel filmato è un grande autogol: credendo ciecamente nel racconto che fa di sé, si autoelimina. Essendo un pubblico funzionario c’è un tempo delle sue giornate che dovrebbe essere dedicato alla pubblica funzione appunto. 

E abbiamo visto quanto poco stia al Viminale…

Dopo mesi e mesi di tournée permanente la gente si stanca. Le persone si rendono conto perfettamente che gli viene corrisposto uno stipendio e lui lavora più che altro per sé. Non vedo grande differenza con quelli che timbrano il cartellino e poi fanno un secondo lavoro. 

Dà l’impressione di ricoprire una carica per cui non ha la professionalità necessaria e allora la butta in caciara. 

Per questo i sondaggi calano? 

Prima ancora che per un rimbalzo di sfiducia politica, i consensi calano perché diminuisce la tolleranza verso la persona. È come quando durante un programma una pubblicità viene trasmessa troppe volte. Io sarei molto felice se dietro questo calo ci fosse anche la consapevolezza dell’orrore dei contenuti che il ministro propone, ma non ne sono convinto. 

Ha letto l’inusuale intervista del capo della polizia al Corriere della Sera? Che impressione le ha fatto? 

Credo dia la misura di un disagio che diversi segmenti delle nostre istituzioni hanno mostrato di avere: dall’esercito alla polizia, dai vigili del fuoco agli alpini che gli hanno fatto presente di non mettersi il loro cappello. Infastidisce la continua usurpazione di funzioni e il continuo stressare i corpi istituzionali nel tentativo di piegarli a logiche che sono loro estranee. 

Lei è torinese ed è anche figlio di un partigiano. Cosa ha pensato della vicenda di CasaPound al Salone del libro? 

L’esclusione dell’editore Altaforte è stato un atto dovuto: Francesco Polacchi, prima di essere un editore, è un personaggio che ha maneggiato la spranga e praticato forme di violenza, tanto è vero che sta subendo un processo. 

Dovendo scegliere tra lui e Halina Birenbaum non credo ci fosse dubbio: la vittima del lager non poteva convivere con un cantore dei suoi carnefici. 

Certo è uno scandalo che mentre l’editore è talmente fascista da essere ritenuto incompatibile con il Salone, il protagonista di un libro di pura propaganda, cioè il ministro, resti serenamente al suo posto senza colpo ferire. 

I reati d’opinione sono molto scivolosi . 

Qui non è un’opinione. Quelle di Polacchi sono appendici di comportamenti aggressivi. 

Citando Matteotti, Pertini disse che il fascismo non è un’opinione, è un crimine.”

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