Stralcio da un articolo di Tommaso Rodano, Il FQ, 20-02-19
“Ma chi sono io?”
Beppe Grillo, sul palco del Teatro Brancaccio.
Quasi un grido, forse scherzoso, forse disperato, smarrito.
“Come mi sono trasformato? Non so più chi sono”.
E incalza da subito.
“Basta sti cazzo di scontrini! Ora c’è da fare la politica, quella vera! Andiamo al potere, ce lo prendiamo, facciamo una missione! Mission impossible: far diventare leggermente intelligenti quelli della Lega”.
Risate.
Il fondatore dei Cinque Stelle si dedica all’alleato del Movimento, il beneficiario dell’immunità concessa da Di Maio e i suoi, attraverso il voto su Rousseau.
“Salvini l’ho conosciuto una volta per caso all’aeroporto. Andava a Bruxelles a fare il parlamentare… l’unica volta che c’è andato davvero l’ho beccato io… Mi ha passato al telefono sua mamma. Mi sono detto: ‘Ma come fa ad essere un figlio di putt… uno così, che mi passa la mamma? ’ ” .
Grillo graffia: “Le ho detto, signora perché non ha preso la pillola? Poteva risparmiarci un gran disastro ”.
E ancora: “Abbiamo a che fare con uno… Uno che non riesce a ragionare normalmente… è una questione neurologica”.
CON UNA RISATA, tante risate, seppellisce l’alleato del M5S.
E poi il Movimento stesso: “Sono diventato un comico governativo… vedono me come se fossi il governo. Non so come reagire… In tv ho visto qualcuno che gridava ‘onestà’… ho urlato: ‘smettetela’… ma erano quelli del Pd! Il Pd! Com’è possibile?”.
Un paio di persone in platea mostrano dei cartelli, ma non sono contestatori.
“Sono un grillino felice”, gli strilla uno spettatore. Risposta immediata del comico: “Allora devi farti ricoverare! ”.
E gli sfugge tra i denti: “Non ci sono più i grillini”.
Sentenza.
Sale su e giù da un lettino, come dallo psicologo.
Dice cose durissime sui suoi, ma sempre con il solito sorriso, non si capisce dove inizia il comico e dove finisce il politico rinnegato.
Fiume in piena, individua Marco Travaglio, il direttore del Fatto, in mezzo al pubblico, va a stringerlo: “Hai scritto delle cose bellissime. Ti amo – ride – Ma devi fare come la Chiesa, come i preti! Devi parlare di politica, ma senza dare programmi a nessuno”.
In platea non ci sono big Cinque Stelle, solo il ministro della Cultura Alberto Bonisoli.
Il distacco dalla sua creatura è stato lungo e graduale: il fondatore, oggi garante, da tempo non ha più un ruolo nella cabina di regia.
Non conta più.
Ora quando prende un’iniziativa che stona con la linea ortodossa di Luigi Di Maio, viene liquidata con comunicati gelidi e sbrigativi.
Grillo dice di chiudere l’Ilva e Di Maio commenta: “Opinioni personali”.
Grillo durante la festa del Circo Massimo propone in modo semiserio di sottrarre Csm e Forze Armate al Capo dello Stato. Di Maio: “Opinioni personali”.
L’altro giorno, prima del referendum Salva Salvini, il fondatore si permette un tweet ironico sull’assurdità del quesito di Rousseau (“Se voti Sì vuol dire No, se voti No vuol dire Sì.
Siamo tra il comma 22 e la sindrome di Procuste!”). Sono ovviamente opinioni personali e dalla regia gli fanno capire che non è il caso di scherzarci su, così Grillo fa marcia indietro: colpa dei giornalisti che hanno ingigantito tutto, lui “ha piena fiducia nel capo politico del Movimento”.
Sul M5S e sulla Lega ora scherza dal palco, come fossero un mondo lontano da lui. Fuori c’è pure una piccola contestazione, un pugno di ex attivisti, quelli guidati dall’avvocato Lorenzo Borrè in causa con il Movimento per togliergli il nome e il simbolo.
Grillo entra da una porta laterale.
Lo spettacolo è altrove.”
GRILLO CONTESTATO