Alessandro Di Battista scrive:
“Nel Paese del sottosopra – ovvero il nostro – delle rivendicazioni dei “Gilet gialli” si parla ben poco.
Al contrario il giochetto che – come al solito – gran parte del sistema mediatico (salvo rare eccezioni) ha portato avanti è stato quello di catalogarli in definizioni che nulla hanno a che vedere con la realtà.
Sono stati definiti fascisti, lepenisti, populisti di destra…il gioco è sempre lo stesso, catalogare per dividere!
Poi, grazie Dio, è arrivato Mélenchon, persona molto intelligente, il quale, sostenendo la causa del “Gilet gialli” ha fatto crollare il solito teatrino del pregiudizio al quale i media ci hanno abituato.
Le richieste dei “Gilet gialli” sono sacrosante, così come sacrosanta è la loro battaglia contro questa stramaledettissima globalizzazione che – tra l’altro – oltre ad aver distrutto diritti sociali ad ogni latitudine ed aver provocato l’esplosione degli esodi di massa, ha addirittura tradito il suo mandato.
Altro che libero mercato, il sistema neoliberista negli ultimi 20 anni ha solo rinvigorito i monopoli delle élite.
Credo che il Movimento 5 Stelle debba dare il massimo supporto a questo movimento di cittadini francesi che chiede diritti, salari giusti, la fine dell’impero delle privatizzazioni e il controllo della finanza da parte degli Stati.
Ho letto che una delegazione di “Gilet gialli” è stata presente ieri alla manifestazione NoTav.
Che meravigliosa notizia!
Forse anche per questo una delle manifestazioni meglio riuscite degli ultimi anni è stata così ignorata dai media.
Penso ai cittadini scesi in piazza a Torino, esempio di lotta consapevole, penso alla nazionalizzazione di autostrade, penso al diritto dei migranti di stare a casa loro, diritto negato proprio dalle conseguenze della globalizzazione, penso alle guerre di invasione trasformate in missioni di pace dalle quali è bene uscire il prima possibile, penso alla necessità di un reddito universale perché in tempi di intelligenza artificiale e robotica la piena occupazione sarà un’illusione, penso ai “macroniani” d’Italia…già iniziano a prendere le distanze dopo aver descritto quest’ometto dei Rothschild come il nuovo De Gaulle. Saranno forse colmi di vergogna ma la vergogna è un sentimento rivoluzionario e lorsignori di rivoluzionario hanno solo i conti in banca.
E poi penso all’immagine di quei ragazzi francesi inginocchiati con le mani sulla testa, alcuni faccia al muro.
Che indecenza! Il sistema li ha messi in ginocchio due volte, prima negandogli il futuro e adesso provando ad impedirgli di andare a riprenderselo.
Io sto dalla loro parte, come sto dalla parte di tutti coloro che hanno manifestato ieri a Torino.
Tra loro c’è chi non voterà mai il Movimento, amen, le loro rivendicazioni sono sacrosante e vanno sostenute.
Queste sono le battaglie che cambiano il destino di una Nazione, quelle contro il PUC, il partito unico del cemento, quelle contro l’impero dei Benetton, quelle contro il primato della finanza sulla politica.
Una battaglia sacrosanta da combattere è quella sul recupero di miliardi di euro che la Chiesa deve allo Stato, e lo dico da cattolico praticante!
Il Movimento combatta le battaglie giuste sempre e comunque ricordandosi che i conti si fanno alla fine e che i sondaggi lasciano il tempo che trovano.”
Alessandro Di Battista