Intervista a cura di Francesca Fagnani per Il FQ, 02-11-19
Francesca Pascale, 35 anni, fidanzata di Silvio Berlusconi. Ogni tanto si parla di crisi e invece lei è sempre lì, al suo posto e al suo fianco, scomoda in un centrodestra in cui non si riconosce più, a suo agio nel movimento Lgbt, per difenderne i diritti: “Anche nel mio interesse”, dice. Politica, sessualità, famiglia: sceglie di parlarne col Fatto.
Sul palco di San Giovanni a Roma che ha segnato la rinascita del centrodestra a trazione leghista, lei non c’era. In quelle stesse ore, è partita la sua battaglia social per la difesa dei diritti umani, di genere soprattutto …
Non credo nelle rinascite, ma nell’unione d’intenti. Ho sempre accompagnato il Presidente, ma in piazza San Giovanni ho scelto di non esserci perché non condivido il sovranismo, aborro gli estremismi. Berlusconi ha sempre messo in atto i principi liberali: è sotto quella bandiera che mi sento a mio agio.
Lei quel giorno ha detto a Berlusconi: “Ho paura, ma mi fido di te”. Paura di cosa?
Mi fa paura vedere che l’asse della coalizione si stia spostando verso destra, a discapito dei moderati. Mi preoccupa che nel 2019 ci sia ancora da combattere per affermare i diritti e le libertà di ciascuno, compresa quella di vivere senza pregiudizi il proprio orientamento sessuale.
Perché lei ha a cuore così tanto la causa Lgbt?
Le famiglie arcobaleno, come quelle tradizionali, affrontano tutti i problemi che la vita riserva, ma in più devono sopportare il pregiudizio.
Anche di lei hanno detto che è lesbica: le ha mai pesato?
Non mi sono mai sentita offesa, semmai violata nella privacy. Ho subito sulla mia persona la discriminazione dovuta a un amore non convenzionale con un uomo più grande di 49 anni. Non ho mai usato paletti per definirmi, non ho mai detto né di essere eterosessuale né gay. Nelle amicizie come nell’amore non seguo stereotipi. Dieci anni fa mi sono innamorata di un uomo straordinario, domani chissà. Combattere a favore dei diritti Lgbt va a tutela anche della mia persona: e se domani io scegliessi di vivere in una famiglia arcobaleno? Perché dovrei vivere in uno Stato che mi odia a prescindere?
Lei ha detto: “Salvini è il male”. Eppure negli appuntamenti elettorali stravince .
Per Salvini non ho particolare simpatia, com’è noto. Sono cresciuta con l’esempio di Silvio Berlusconi, un uomo che non ha mai fatto leva sulla paura, bensì sulla speranza, un uomo che non ha avuto bisogno di individuare un nemico e che soprattutto non se l’è mai presa con i più deboli.
Ha mai avuto ospite Matteo Salvini a Villa Maria?
Francamente no, e lo dico con sollievo.
È vero che Dudù mal sopporta Daniele Capezzone?
(Ride) Non ci crederà, ma Dudù e suo figlio abbaiano a tutti i politici: solo a loro. È un po’ imbarazzante.
Lei si è mostrata spesso vicina a Mara Carfagna, che certo non ha vita facile all’interno di FI…
Apprezzo sempre le donne che hanno il coraggio di lottare per le proprie idee e lei lo sta facendo in nome dei valori con cui è nata Forza Italia. Ricorda quando Berlusconi nel 2008 la scelse come ministro? Furono in molti a malignare su quella scelta, ma lei dimostrò di valere, introducendo per esempio la legge sullo stalking. Quelle voci critiche dove sono finite quando hanno nominato ministro degli Esteri un incompetente come Di Maio?
Le piacerebbe che Mara Carfagna diventasse il capo politico di Forza Italia?
Forza Italia è un partito costruito su Silvio Berlusconi, la personalizzazione è fortissima e inevitabile. Non può esistere un successore del Presidente. Chiunque aspiri, pur valido, a questo ruolo, pagherebbe il prezzo di questo confronto. Più che sull’erede, bisogna ragionare sul futuro di Forza Italia e della coalizione. Qual è il progetto: un partito comune?
Ogni volta che lei esprime una posizione politica, c’è sempre chi storce il naso…
Vuol dire che dico la verità e qualcuno si infastidisce…Di solito è un uomo, credo si tratti di qualche nostalgico fascista.
Qualora fosse costretta, preferirebbe un pranzo di maggioranza o di famiglia (Berlusconi)?
Di famiglia senza dubbio!
È cosa nota che i rapporti con la famiglia Berlusconi non siano proprio idilliaci…
I figli non si intrometterebbero mai nella vita del padre, non è nel loro stile. Certo, hanno un atteggiamento vigile e di tutela, ma questo è comprensibile vista l’enorme differenza di età. Ho sempre dovuto fare un gran lavoro per farmi riconoscere per quello che sono: questo è indubbio. Certi aneddoti sono costruiti ad arte da chi fuori dalla famiglia vuole mettere zizzania.
I pregiudizi si combattono o ci si convive?
È naturale nel mio caso subire pregiudizi. È difficile credere all’amore: eppure sono 15 anni che stiamo insieme, fosse stata una relazione di puro calcolo sarebbe già finita. I pregiudizi però si combattono, stando dalla parte di chi ne è vittima. Mi hanno detto di tutto, ma io sono fortunata, per questo ho creato un’associazione per difendere chi non può farlo da solo.
Qual è la cosa che dicono di lei che la fa più soffrire?
Mi mortificano quando mi definiscono ‘la badante’. Più in generale è il giudizio cattivo dato senza conoscermi che mi spiace. Poi, un conto è il pettegolezzo, un conto la calunnia.
Facendo un bilancio, questo fidanzamento cosa le ha dato o cosa le ha tolto? Quindici anni assieme…
Avevo vent’anni. Il bilancio è solo meraviglioso, la nostra storia è un miracolo. Il P r esidente mi ha insegnato tanto.
Tipo?
L’umiltà, e a dire sempre grazie. La maggior parte dei ricchi sono stronzi, lui no, lui è uno di noi con una storia incredibile. Le piace quando la chiamano “first lady”? Mettiamola così, se la domanda fosse chi sceglierebbe tra Lady Diana o Cenerentola, risponderei senza dubbio Lady D.