di Lorenzo Giarelli Il FQ, 18-05-20
Una destra diversa da quella di Salvini e Meloni esiste.
E deve uscire dal ricatto politico degli estr emisti ”: parola di Filippo Rossi, giornalista, ideatore del Caffeina Festival di Viterbo e in passato tra i protagonisti del think tank liberale FareFuturo.
In questi giorni ha lanciato un nuovo movimento: si chiama “Buona destra” in contrapposizione con quello che – di cattivo – a destra c’è già. “Perché non è possibile che se esulti per il rientro a casa di una ragazza rapita ti diano del comunista”.
Filippo Rossi, lo spazio a destra è occupato quasi solo da Lega e Fratelli d’Italia.
Siamo rimasti a tempi di Montanelli: non esiste una destra che non sia quella del manganello. Ma è evidente che ci sia uno spazio da riempire, figlio di un senso di distanza da quei partiti. Il tentativo non è certo nuovo. Non voglio entrare nel dibattito storiografico sulla destra.
L’ avvento di Berlusconi doveva portare a un grande partito liberale, invece ha portato al primo partito populista. È nato un equivoco per cui la destra ha dovuto stare insieme a prescindere: un ammasso con dentro neofascisti e liberali. Queste catene vanno tagliate, altrimenti saremo succubi della propaganda dell’odio di cui abbiamo avuto esempi recenti.
A cosa si riferisce?
Alla dialettica del cercare un nemico. Basta rallegrarsi per il ritorno a casa di Silvia Romano e si passa per comunisti. O se si spera in un salvataggio in mare. È folle, è un ricatto psicologico e politico dell’estrema destra. E si torna a Salvini e Meloni.
Lei non andrebbe in piazza con loro il 2 giugno?
In un momento come questo è pericoloso scommettere sulle tensioni sociali. Protestare contro il governo è legittimo, ma la loro opposizione in questi mesi è stata sguaiata e sciatta. Persino Berlusconi si è distinto rispetto a Lega e FdI. Tra l’altro, scegliere il 2 giugno è una bestemmia, è anti-patriottico.
Il suo movimento sosterrebbe Conte?
No, sarei all’opposizione ma cercherei di proporre contenuti e responsabilità. Per esempio, ritengo un errore cedere alla propaganda del M5S e rinunciare al Mes. Riconosco però a Conte di essersi dimostrato un leader anti-populista di fronte agli eventi della storia, nonostante fosse espressione di una forza politica che considero populista.
Berlusconi è stato ingombrante per la nascita di una destra diversa? Neanche Mara Carfagna è riuscita a mettersi in proprio.
Nonostante il ridimensionamento di Forza Italia, Berlusconi ha ancora una forte influenza. Ma la competizione elettorale a cui penso è quella tra tre anni e c’è tutto il tempo di organizzarsi. La Carfagna sarebbe senz’altro protagonista di quest’area. Ma esiste una buona destra dentro a Lega e FdI, soltanto che è in secondo piano: penso a Guido Crosetto.
Sembra più vicino a Renzi che a Salvini.
Renzi in queste settimane ha sbagliato tutto tatticamente, però in una potenziale alleanza sceglierei lui piuttosto che gli estremisti.
Così come preferisco Carlo Calenda a Giorgia Meloni.