La notte della sinistra (Mondadori), di Federico Rampini potrebbe fare venire un coccolone alla sinistra tutta e a quella radical chic in particolare.
La critica, la diagnosi, la demolizione dei luoghi comuni su immigrazione e sicurezza sono tanto più credibili se analizzati da lui, Rampini, uomo di sinistra, editorialista ed inviato di Repubblica.
Che ha il prego della sincerità, oltre a un’ altra dote preziosa: non offende l’avversario e soprattutto non tratta da trogloditi gli elettori che non votano come vorrebbe la sinistra.
«Oggi l’eroina della sinistra è Asia Argento…»
L’intervista sul suo libro contiene, tra le altre cose, una considerazione favolosa: «Una volta la sinistra si affidava a Umberto Eco e Pier Paolo Pasolini: oggi l’ eroina della sinistra è Asia Argento. È una perversione che non posso accettare».
Questo dà il tono della “spietatezza” delle sue analisi. «Rivendico l’ appartenenza alla sinistra classica – tiene a precisare l’autore – Il fatto è che quando il popolo vota a destra, gli opinionisti di sinistra dicono che sta impazzendo, che si lascia incantare, che sta diventando fascista. Questo mi ricorda una battuta di un comunista doc come Bertolt Brecht: “Se il popolo non mi sostiene, cambiamo il popolo”». Straordinario.
Ad osservarlo nei vari talk show in cui interviene, con i suo look eccentrico e la erre moscia ti aspetteresti che le sue posizioni fossero simili ai vari Saviano, Fazio, o Lerner, o Boldrini. Poi lo ascolti.
E mai potremmo essere più lontani dal vero. Quel che scrive nel libro infatti Rampini – corrispondente da una vita da New York, Pechino, San Francisco, Parigi- lo ha spesso dichiarato in tv, pubblicamente.
Inizia a cannoneggiare: «La missione della sinistra è diventata quella di proteggere gli ultimi, cioè quelli che tentano di attraversare il Mediterraneo.
Così facendo, abbiamo voltato le spalle ai “penultimi”, agli italiani, quelli che abitano nelle periferie. Attirano meno solidarietà, e anzi ci sembrano un po’ volgari, un po’ cafoni, non particolarmente simpatici. È una forma di snobismo».
«L’europeismo di Macron è un’impostura»
Ancora auto critica per la sinistra: «Dopo Bill Clinton e Tony Blair, siamo diventati liberisti. Ma non mi convince la sinistra che fa da cassa di risonanza delle agenzie di rating e delle banche d’ affari».
Poi “smaschera” un altro mito della sinistra,Emmanuel Macron. Che non è l’idolo progresista che la sinistra dipinge, anzi. Simpatizzare con lui è stato un errore.
Scrive Rampini: «Macron è senza dubbio un sovranista puro. Un tipico nazionalista francese. Il suo europeismo è un’ impostura: lo si vede da come tratta l’ Italia sull’ immigrazione, a Ventimiglia, a Bardonecchia, o sul dossier Fiat-Renault». Da applausi.
Contro Juncker
Ma su Juncker raggiunge il massimo. Andargli dietro quando attacca l’Italia è stato fatale, attacca Rampini. «Juncker? Una delle più grandi vergogne d’ Europa. Abbiamo consentito di far nascere paradisi fiscali come il Lussemburgo nel cuore del continente. È paradossale che l’ Europa se lo sia scelto come capo della Commissione europea».
Sembra di sentir parlare un filogoverativo quando poi afferma: «Non drammatizzo la possibile procedura d’ infrazione. È un gioco delle parti, ma parti deboli. È debole – e isolata – l’ Italia. È debolissima l’ Europa. Mi piacerebbe vedere un’ Italia che lotta per un’ Unione diversa, per un ritorno alla crescita, con un progetto alternativo alle rigidità estreme del patto di stabilità».
«Sinistra intellettualmente pigra»
Ridicolizza la sinistra sui reiterati allarmi fascismo e razzismo. «È il vezzo di una sinistra intellettualmente pigra, che non educa i giovani a studiare bene la storia.
Non avendo idee forti da proporre, ci si rifugia in automatico nella vecchia retorica». «Non c’ è alcun rischio fascismo dietro l’ angolo. Chiediamoci piuttosto perché vaste parti del popolo italiano si spostano verso destra».
Contro Boeri
Alla sinistra con il mito di un’Italia multietnica risponde così: «Questa è una banalità. Siamo già multietnici. Ci sono tanti immigrati perfettamente integrati. Ma ciò non toglie che ogni Paese ha il diritto di stabilire le regole di accesso e di appartenenza alla propria comunità nazionale. Altrimenti emerge la sensazione di aver perso il controllo delle frontiere, e questo crea già di per sé un senso di insicurezza».
Le suona anche a Boeri, ex numero uno dell’Inps, quando diceva che gli immigrti ci pagheranno le pensioni: «Sì, però quando poi invecchieranno, cominceranno a “consumare” pensioni, anziché finanziarle.
Sul lungo periodo, non basterà l’ attuale livello di immigrazione, servirà un continuo flusso migratorio per mantenere in equilibrio la previdenza.
Questo flusso cambierebbe la composizione etnica della società italiana. Come minimo dovremmo chiedere un parere ai cittadini». Rampini sostiene che i primi a credere alle frontiere sono i migranti stessi.
Si spiega: «Coloro che vengono dal Sud delle Americhe, o dalle zone subsahariane, ai confini ci credono tantissimo. E sognano di stare dalla parte giusta, dove esiste uno Stato di diritto. L’ ideologia no border è irreale da questo punto di vista».
Scomunicato? «Non ancora
Allora, chi potrebbe essere la guida di una sinistra “corretta” da questi errori?
«Francamente sono un po’ a corto di nomi», è la risposta fulminante e illuminante. Poi ci scherza su, in altri tempi sarebbe stato “scomunicato” per queste posizioni a dir poco eterodosse.
Ad oggi, «Non ancora».