Le false Onlus per l’accoglienza ai migranti: truffa da 7 milioni, c’è l’ombra delle ’ndrine
SERVIZI INESISTENTI, fatture false, soldi tanti e veri: oltre 7 milioni di euro in quattro anni, truffati allo Stato incassati sulla pelle dei migranti e in parte andati ai signori della ’ndrangheta lombarda.
Undici le misure cautelari firmate ieri dal Tribunale di Milano. Al centro dell’inchiesta quattro onlus e diverse cooperative sociali attive nel settore dell’accoglienza e gestite da Daniela Giaconi, con precedenti per bancarotta e in tasca diversi numeri che contano: ben sette cellulari di poliziotti e il numero di un assessore (non indagato) della giunta del sindaco Sala.
Le intercettazioni chiariscono il quadro. “Non c’è niente, io non ho alcun giustificativo (…). Andiamo tutti in galera”.
Dei 7 milioni, circa 5 sono stati usati per fini privati. Di questi decine di migliaia di euro sono finiti a boss vicini alla ‘ndrangheta come Santo Pasquale Morabito (non indagato), tratteggiato in questo modo dalla Criminalpol: “Per il suo modo di essere ha indubbiamente raggiunto una posizione di alto rango”.
Lui sarà socio di una onlus.
Altri, come Salvatore Muia (non indagato), già legato a grossi calibri di Cosa Nostra, riceverà denaro.
Le onlus, oltre a incassare illecitamente denaro pubblico, funzionavano come ufficio di collocamento per pregiudicati. Associazione a delinquere e truffa allo Stato.
Queste le accuse.
Anche se, conclude il giudice, il denaro incassato illecitamente dalle onlus trae “origine proprio dal carente controllo esercitato da organi prefettizi”.