Luciano Odorisio, Politica

È per questi tagli che gli studenti sono…

È per questi tagli che gli studenti sono scesi in piazza?

Oggi ci siamo svegliati con questa bella notizia appurata da Il Fattoquotidiano: con la spending review il Miur taglia sulla scuola ben 160 milioni di euro!

36 milioni in meno per il 2018, altri 36 nel 2019, poco più di 35 nel 2020.

E ancora: 18 milioni in meno per il 2018, 19 in meno per il 2019 e 17,2 milioni in meno per il 2020.

Tagli, tagli e ancora tagli al fondo di funzionamento delle scuole e per il miglioramento dell’offerta formativa.

Lo appuriamo dai decreti interministeriali che perfezionano gli accordi di monitoraggio per la revisione della spesa nei ministeri, sulla scia di quanto deciso nella legge di stabilità.Si legge infatti:
Rispetto alle annualità 2015-2016 e 2017, il cui andamento di spesa (impegnato) è stato crescente anche per effetto dei finanziamenti derivanti dalla legge 107/2015 si dovrà procedere a una riduzione significativa di interventi specifici a favore delle istituzioni scolastiche”.
Ecco l’elenco: 35.895.240 euro in meno per il 2018 (8,9 milioni per ogni grado, dalla prescolastica alla secondaria di secondo grado); 36 milioni tondi in meno per il 2019 (9 milioni per ogni grado); 35.350.000 in meno nel 2020 (ancora la media di 8,9 milioni per ogni grado).
“La riduzione – continua il documento – comporterà la non attuazione di alcuni interventi specifici a favore del- le istituzioni scolastiche”.
Il Miur, dopo aver annunciato che il fondo per il funzionamento era stato appena rifinanziato, taglia  proprio nei settori più delicati del sistema di istruzione: insegnanti e funzionamento delle scuole.

Andiamo proprio bene!

Gli altri 18 milioni sono tolti dal bonus del ‘merito’.

L’ultimo contratto nazionale aveva infatti previsto l’istituzione di un “Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa” nel quale confluiscono il fondo dell’istituzione scolastica, le risorse destinate ai compensi per le ore eccedenti, agli incarichi specifici, alle funzioni strumentali, ai progetti nelle aree a rischio e alla valorizzazione del merito del personale docente.

Nel decreto si legge: “Si prevede  di ridurre il fondo per l’anno 2018 di 18.770.000 euro, per l’anno 2019 di euro 18.322.000, per l’anno 2020 di euro 17.200.000. L’individuazione degli istituti contrattuali che saranno affetti da tale riduzione avverrà in sede di contrattazione collettiva nazionale di lavoro”.

IL FONDO per il merito, nel 2016 e nel 2017, era di 200 milioni.

La coperta corta e le nozze coi fichi secchi.

Eh,quando  Renzi  alla sua lavagna ci spiegava che noi insegnanti avremmo avuto più soldi, a cosa si riferiva precisamente? E gli investimenti destinati alla scuola pubblica sbandierati dal PD in campagna elettorale dove sono?

Ci saranno inoltre altri  tagli: 860mila euro circa in meno entro il 2020 per i progetti educativi  su materie specifiche quali  i progetti contro la dispersione scolastica, per la sicurezza stradale e per l’erogazione di strumenti e servizi didattici agli studenti ricoverati), oltre 5 milioni nel triennio per la formazione del personale docente e dirigente grazie a nuovi programmi che prevedono l’uso delle piattaforme informatiche.

Il totale dei tagli fa oltre 160 milioni di euro.

Complimenti!

Ah, dimenticavo…era il 25 Maggio 2018

Complimenti di nuovo!

E Di Maio ha dichiarato:

“Nella legge di Bilancio “non ci sarà un solo centesimo tagliato al mondo della scuola né a quello dell’università”. Così scrive su Facebook il vicepresidente del Consiglio Luigi di Maio, replicando un concetto già espresso poche ore prima dal ministro dell’Istruzione Marco Bussetti.

“Abbiamo scongiurato il calo di retribuzione”

Il leader grillino che “neanche un centesimo sarà decurtato per gli stipendi dei docenti. Anzi, nel Def abbiamo scongiurato il calo di retribuzione previsto dal vecchio governo individuando i fondi necessari affinché questa riduzione non ci fosse”, facendo intendere che quindi la perequazione prevista dall’accordo sindacati-esecutivo Gentiloni verrà coperta.

“La qualità della scuola – ha aggiunto Di Maio – passa anche dalla qualità della vita degli insegnanti e non ci sogneremmo mai di fare cassa su di loro come hanno fatto in passato”.

Facebook Comments

Write a comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: