“E di quell’altra coppia, invece, che amava mettersi in mostra
apposta e ci godeva a farsi guardare, lei tutta scosciata impudica,
a volte anche toccare.
Gialletto, il chierichetto pustoloso, giurava e spergiurava di
aver preso parte a un’orgia con più coppie.
Ce n’era una pure di Sambuceto.
E poi mogli che tradivano i mariti e viceversa, nomi e cognomi
e soprannomi, fiorivano racconti, alcuni veri altri romanzati, sapevano
tutto di tutti, anche troppo.
Quelle siepi che di giorno vedevano bimbetti giocare a campana
o a nascondarello o ragazzini impegnati nella guerra dei bottoni,
a sfidarsi con arco e frecce ricavate da stecche di ombrelli a
indiani e cowboy, la notte si animavano.
Un girone dantesco, passeggiatori di siepe in siepe, un mondo
“altro” di timidi e viziosi, di uomini soli senza pace e senza amore.
A volte si sentiva da lontano una specie di richiamo, un fischio
melodioso, era Passaretto che cercava un giaciglio per la notte,
allora si faceva silenzio e si ascoltava.
Passaretto, un dropout che un giorno apparve nella nostra città
come d’incanto, non sapevamo nulla di lui, come si chiamasse, da
dove venisse, chi fossero i suoi parenti…” (continua)
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