di Vincenzo Iurillo per Il FQ, 13-11-19
Ha cambiato 33 assessori in poco più di otto anni e non ha intenzione di fermarsi, il sindaco arancione di Napoli, Luigi de Magistris.
Mentre ieri presentava le 4 new entry in giunta – tra le quali spicca la professoressa Francesca Menna, ex consigliera grillina molto vicina al presidente della Camera Roberto Fico – già pensava alla sua lista DemA per le elezioni regionali 2020, “e siccome ritengo che qualche componente di questa giunta sarà candidato – rifletteva De Magistris – sarà necessario un ulteriore cambio”.
SAREBBE l’undicesimo rimpasto.
Quello appena compiuto è il decimo e dovrebbe servire, nei proponimenti del sindaco, come tagliando e convergenza di un’automobile che di qui a poco dovrà affrontare una curva rischiosa: la mozione di sfiducia presentata da 16 consiglieri dei gruppi Pd, Movimento 5 Stelle, Forza Italia, Fratelli d’Italia, La Città, Napoli popolare e gruppo Misto, che verrà discussa in aula il 22 novembre.
Mozione preceduta a fine ottobre da un audio registrato di nascosto – e svelato da Repubblica – di una chiacchierata privata tra cinque consiglieri di maggioranza dei gruppi Verdi, Agorà e Riformisti democratici per discutere di come logorare De Magistris e costringerlo a mollare loro qualche poltrona.
Travolti da quello che in napoletano si chiama ’scuorno’ (imbarazzo), i cinque “congiurati”–rappresentanti di forze politiche che in Comune stanno con de Magistris, ma per le Regionali guardano a De Luca – hanno calato la testa, rinunciato a partecipare al rimpasto, e hanno giurato amore eterno al sindaco, che dovrebbe superare la curva della sfiducia senza particolari problemi.
Ai consiglieri degli altri gruppi “promossi” assessori subentreranno nuovi eletti di sicura fedeltà, anche se i nomi del rimpasto lasciano qualche strascico per la netta sterzata a sinistra.
Mugugni e critiche trasversali hanno accompagnato la decisione di avvicendare l’assessore alla cultura Nino Daniele, di area Pd (che prese le distanze dalla sua nomina), ben introdotto e apprezzato in quel mondo, che era in sella da sei anni.
Sarà sostituito da Eleonora De Maio di DemA, proveniente da Insurgencia, spina dorsale del sostegno dei centri sociali a questa amministrazione.
Entra in giunta in quota DemA-centri sociali anche Luigi Felaco, e in quota Sinistra al Comune Rosaria Galiero, ex leader studentesca.
Escono, oltre a Daniele, Roberta Gaeta, che lascia le politiche sociali, e Mario Calabrese, ex titolare dei trasporti, anche loro in giunta dal 2013.
Via anche Laura Marmorale, assessore alle politiche dell’immi grazione da appena un anno.
Padre Alex Zanotelli, punto di riferimento dei movimenti arcobaleno, ha inviato a De Magistris un audio dicendo “non mi aspettavo da te l’epurazione di Marmorale”.
Lo ha rivelato De Magistris, piccato: “Un missionario prima di parlare dovrebbe pensare bene a ciò che dice”.
LA NOMINA politicamente più interessante è quella di Menna, che assume le pari opportunità e la salute.
Segue la ciambella di salvataggio lanciata da Fico a De Magistris, prova forse di un costruendo asse in vista delle Regionali, alla notizia della mozione di sfiducia: “Chi è eletto deve governare 5 anni, poi saranno i cittadini a giudicare”.
Fico e Menna due anni fa sedevano affianco in conferenza stampa per invocare a nome del M5s la sfiducia contro De Magistris.
Il video circola ancora.