Massimo D’Alema:
“Noi come sinistra non abbiamo ancora un’analisi di quello che è avvenuto: stiamo continuando a ragionare con categorie vecchie.
Definiamo quello di Conte come il Governo più di destra della storia repubblicana, ma non lo so se è vero: non so se questa categoria sia in grado di interpretare bene quello che accade.
E sia chiaro che questo Governo non mi piace. Di fronte a questo, dobbiamo capire quel che succede per provare a fare un’operazione egemonica e ripartire.
Se la sinistra, che è stata subalterna quando era al Governo, ora continua a essere subalterna anche dall’opposizione, non ha futuro.
Se l’opposizione della sinistra al sovranismo e al populismo consiste nel fare fronte comune con i neoliberisti nel nome dei principi europei, se l’opposizione a questo Governo è l’asse Berlusconi-Renzi, allora esso può durare 40 anni.E forse non è neanche male, se l’alternativa è questa.
Il problema è culturale: dobbiamo dare delle risposte alternative alle ragioni che ci hanno condotti fino a qui, altrimenti siamo destinati non solo a perdere, ma come dice qualcuno ‘la mobilitazione sociale evocata da Calenda difficilmente potrà estendersi oltre i confini dei Parioli’.
Se la parola d’ordine è ‘attenti, che questo Governo distrugge la ricchezza che noi abbiamo accumulato’, è difficile che mobilitiamo quei 7,5 milioni di poveri a seguirci”.
“Il nazionalismo è una brutta cosa, ma l’idea che si debba riguadagnare la sovranità popolare non è sbagliata: o la sinistra è capace di costruire un’Europa fondata sulla sovranità popolare oppure deve realisticamente fare i conti con chi questa sovranità la vuol ottenere col rafforzamento degli Stati.
Dobbiamo insomma misurarci con le parole degli altri, senza chiuderci in un ghetto rassicurante. La risposta alla crisi della globalizzazione non viene da sinistra anche perché la sinistra ha fatto sua una parte della cultura del neoliberismo dominante. Questa è l’occasione per uscire dalla subalternità e capire perché la rivolta dei cittadini è stata guidata da altri, in una direzione sbagliata, nonostante la rivolta fosse giusta”.
Massimo D’Alema, detto Baffino
Tutte le critiche che volete fargli…ma ad avercene come lui!