“Per Luca Lotti erano i “ragazzi”.
Invece erano magistrati in forza alla procura di Roma e consiglieri del Csm. Avrebbero dovuto evitare di discutere con il parlamentare Pd, per di più imputato proprio nella Capitale, delle future nomine. Ma ne parlavano eccome.
Il gruppo si preoccupava non solo dei vertici di Roma, ma anche di quelli di Torino.
“Però a Torino chi ci va? Scusate se faccio questa domanda”, dice Lotti a quelli che più volte interpella come “ra – gazzi”.
Gli risponde il pm Luca Palamara: “Torino secondo me ormai è aperta”. “Non so – continua l’ex sottosegretario allo Sport – però per me è un pizzico legata alla difesa d’ufficio che devono fare loro due di una situazione fiorentina che sinceramente ve lo dico con franchezza… è imbarazzante”.
“Cioè –interviene l’ormai ex consigliere del Csm Luigi Spina –l’unico che se ne va (incomprensibile) e noi te lo dobbiamo togliere dai coglioni il prima possibile omissis)”.
A GIUDICARE dalla conversazione il magistrato che bisogna “togliere dai coglioni” sembra proprio l’attuale procuratore capo di Firenze.
“Ma non ha fatto domanda per Torino Creazzo”, interviene un terzo interlocutore. “No, no”, risponde Lotti. E Palamara: “Non perché lui… se lo mandi a Reggio, liberi Firenze”.
Lotti replica ancora: “Se quello di Reggio va a Torino è evidente che quel posto è libero e quando lui capisce che non c’è posto per Roma fa domanda non lo sposta nessuno ammesso che non ci sia come voi mi insegnate…”.
“Un altro motivo”, interviene il terzo uomo. “…A norma di regolamento un altro motivo”, conclude Lotti. Il punto è che su Creazzo c’è un esposto che la procura di Genova ha fatto confluire in un fascicolo (nel quale non risulta essere indagato, ndr) e che agli intercettati non pare per nulla pretestuoso.
È Palamara che, riferendosi all’esposto presentato da un collega fiorentino di Creazzo, dice: “… che ha raccolto tutte queste cose in un dossier, tutte le cose che non andavano su questa inchiesta e su Creazzo… e ha fatto l’esposto quindi non è proprio una cazzata…”.
L’esposto su Creazzo riguarda un’inchiesta fiorentina sulle nomine nell’università di Medicina. Oltre Creazzo, il consesso commenta anche i comportamenti del vice presidente del Csm David Ermini.
Dice il consigliere del Csm Corrado Cartoni: “Ho problemi anche al disciplinare, ho problemi con Ermini”. Gli risponde Palamara: “… e appunto fammi capi’ questo…”.
Interviene Lotti: “… Eh ragazzi, vanno affrontate queste cose”.
“Digli qualcosa, si deve sveglia’”, dice Cartoni. Ferri aggiunge: “Lo mette sempre in minoranza… raccontagli”.“Corra’–dice Lotti – te che non c’eri all’inizio ma Ermini non è che… però qualche messaggio gli va dato forte”.
I quattro raccontano un ulteriore episodio che però negli atti viene omissato. “Sentito che è successo oggi?”, dice Cartoni. “Sì, diglielo dai” interviene Ferri. E dopo aver raccontato l’episodio Lotti commenta: “Questo non va bene però”.
Trovando l’accordo di Palamara: “Non va bene no”.
E Lotti: “Mica me lo avete detto questo”. Il cuore della discussione comunque resta la nomina del procuratore di Roma, che vedrà vincere al primo voto il procuratore generale di Firenze Marcello Viola.
Il consigliere del Csm Gianluigi Morlini, è scritto nelle carte, indica “citando il nome di un componente del Csm, Alessio Lanzi, che il risultato di questa conta portava a un ipotizzabile consenso di 13 membri”.
Ferri chiede: “Ma Lanzi tiene?”. Interviene Palamara: “Ma Lanzi non lo vedo manco se… Lanzi vota Viola”. E Lotti: “Si vira su Viola, sì ragazzi”.
POI SI PASSA ai futuri procuratori aggiunti di Roma. “Sem – mai si fa prima il procuratore”, dice Ferri. “Però – risponde Lotti – entro l’estate gli aggiunti li chiudete?”. E Spina: “No, prima”. “La fine di maggi o”, precisa Palamara, “u na volta che fai il procuratore”.
Un altro dei presenti dice: “Poi è tutto a scendere, fatto quello è tutto a scendere…”.
Nell’atto di incolpazione contro Morlini si sottolinea che lo stesso Palamara era “tra gli aspiranti alla funzione di procuratore aggiunto di Roma”e i “consiglieri presenti a tale conversazione” attuavano secondo l’accusa “un indebito comportamento scorretto”.
E sempre sulla nomina di Viola al vertice della procura di Roma Morlini dice: “… ci sono in commissione quattro intenzioni di voto a favore di Viola, un’intenzione di voto a favore di Lo Voi, un’intenzione di voto a favore di Creazzo (…) fatta da me (…) si dice riflettiamoci un attimo perché sarebbe opportuno non avere un frazionamento a tre, quattro giorni per arrivare al lunedì successivo.
Noi contattiamo Creazzo e gli diciamo: ‘Peppe guarda che qui noi ti possiamo votare, ci sono cinque voti nostri e magari un laico, ma tu qua perdi, che si fa?’”.
Su Viola invece immaginano di migliorare il profilo della candidatura: “Se avessi un rapporto di fiducia con (omissis) io potrei dire: fai in modo che il profilo di Viola sia bello”, dice Morlini.”
A. MASC. E A. MASS per Il FQ, 14-6-19