di SALVATORE CANNAVÒ per Il FQ, 14-9-19
Giuseppe Conte sarà alla festa della Cgil, a Lecce, il 22 settembre prossimo. E non solo farà visita al festival sindacale, ma sarà intervistato sul palco insieme al segretario della Cgil, Maurizio Landini.
“È la prima volta che accade che un presidente del Consiglio si confronti pubblicamente con un soggetto sociale come il sindacato”, spiegano con piena soddisfazione in Cgil.
Da fonti del governo si fa notare che la scelta del premier “è un segno dell’attenzione per l’ascolto e il confronto con cui Conte intende caratterizzare la sua presidenza”.
IL GESTO DI “ATTENZIONE e ascolto” viene portato comunque anche nelle sedi istituzionali perché ieri è stata resa nota la convocazione delle parti sociali a Palazzo Chigi il prossimo 18 settembre.
E così Maurizio Landini ha buon gioco nel dire che “il premier ha fatto e dice una serie di cose che da tempo non si sentivano e che in alcuni casi tengono conto anche di quel che abbiamo detto noi”.
Le scelte del presidente del Consiglio, infatti, spazzano via una lunga fase di mancanza di rapporti tra gli esecutivi e i sindacati, e gli attori sociali in generale, seguita con orgoglio dal governo giallo-verde, ma prima perseguita anche dal governo guidato da Matteo Renzi che riuscì a farsi scioperare contro dal sindacato di riferimento del Pd.
“È la prima volta dall’inizio degli Anni 90 – si ragiona in Cgil – che un premier si confronta con i sindacati prima di redigere la legge di Bilancio”.
La novità, quindi, è significativa sia per l’impatto che avrà nelle relazioni sindacali, sia per il profilo politico che l’inquilino di Palazzo Chigi va precisando. Ormai più a sinistra dello stesso Pd (non ci vuole molto, pensano in molti), ma comunque attento a insediare il governo in un mondo finora molto diffidente verso chi ha guidato la fase politica precedente.
Non a caso, il 19 settembre, il premier sarà ospite della festa di Articolo Uno, il gruppo politico di Pier Luigi Bersani e che esprime il ministro della Sanità, Roberto Speranza.
“Sul tavolo dell’incontro di mercoledì prossimo con il premier – ha detto Landini – ci sarà, immagino, la nostra piattaforma unitaria”. “Spero sia davvero l’inizio di un percorso importante per il paese”, ha affermato la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan.
Sul tavolo ci sarà comunque la discussione sulle pensioni e sulla cosiddetta Quota 100, la riforma voluta da Lega e M5S, contestata dal Pd e che viene difesa dal sindacato.
Nei giorni scorsi è circolata la notizia su un costo della misura di oltre 60 miliardi in dieci anni, notizia che il Mef ha smentito seccamente.
Ora è la Cgil a fare i conti: “I costi raggiungeranno una spesa non superiore ai 23 miliardi, molti meno quindi rispetto ai dati circolati in questi giorni”.
“AVREMO UN RISPARMIO considerevole rispetto alle risorse stanziate in legge di Bilancio”, avverte Ezio Cigna, responsabile previdenza pubblica della Cgil nazionale, che spiega: “Nel triennio verranno risparmiati 9 miliardi e 615 milioni. Tale risparmio sarà dovuto a un coinvolgimento di solo il 35% della platea stimata dal precedente governo, ossia 341.266 anziché 973 mila”.
Semmai, avverte Landini, il problema non è Quota 100, “il nostro problema è cambiare la legge Fornero”.
Qui le cose si fanno interessanti: un premier di emanazione M5S rompe, dopo diversi anni, l’ostracismo verso il mondo sindacale tradizionalmente legato alla sinistra.
Quel mondo appoggia una riforma voluta dal governo giallo-verde e chiede di rivedere quella che è stata approvata da un governo appoggiato dal Pd. Le linee di frattura della politica italiana, quando si scende nel merito dei problemi sociali, possono essere sorprendenti e spiazzanti per molti.