E’ una delle storie che ha fatto commuovere e pensare tutti, quella del bambino annegato mentre cercava di arrivare con altri migranti a bordo di chissà quale gommone affondato nel Mediterraneo e che aveva, cucita all’interno della sua giacca, la pagella come documento di identità e prova della sua ottima preparazione scolastica.
Una storia finita su tutti i giornali, telegiornali, notiziari, siti web e commentata da importanti politici ed opinionisti.
Utilizzata soprattutto per attaccare la politica di stop ai migranti del ministro dell’Interno Salvini. Come si vede dall’ormai famoso post comparso sulla pagina facebook ufficiale del Pd del Lazio:
“Sei annegato nel Mediterraneo con la pagella in tasca. Sei nostro figlio e ti dedicheremo una scuola del Lazio. #noisiamodiversi…“
Oppure sulla vignetta pubblicata da Il Foglio in cui si vede un bambino sul fondo del mare con un polipo che si complimenta per la sua pagella.
Peccato che questo bambino, la cui morte è e resta drammatica, non è deceduto in questi giorni, nemmeno in queste settimane e persino neppure nel 2018.
La storia infatti risale al 2015 anno in cui il medico forense, la dott.ssa Cattaneo, che si occupa dell’autopsia della vittima nota la pagella ed inserisce la storia in un suo libro, appunto, del 2015.
2015, anno del governo Renzi, anno in cui tra Libia ed Italia almeno una decina di Ong facevano la spola con le loro navi dalle coste libiche ai porti italiani, aperti a tutto e tutti, e dove sono sbarcati centinaia di migliaia di migranti.
Quindi ci troviamo davanti ad una mezza fake news, anzi, e sarebbe anche peggio, ad un dramma umano utilizzato per pura propaganda politica.
PANORAMA Gennaio 2019
Qualche reazione su FB: