“Tre milioni di euro spesi nel 2018 per la raccolta “extra ” dei rifiuti e mezzo milione per comprare cassonetti nuovi.
La “guerra della spazzatura” co – sta cara ai romani.
I cassonetti sono poca cosa rispetto agli incendi e l’amministrazione sospetta che ci sia un’unica mano dietro i disastri degli ultimi anni nel settore: dai roghi negli impianti di Tmb (trattamento meccanico biologico) di proprietà della municipalizzata dei rifiuti Ama, ai bandi dell’ultimo anno e mezzo andati tutti deserti.
Lo dice senza giri di parole la sindaca Virginia Raggi: “La certezza – ha detto intervistata dal Fatto – è che un determinato sistema ha sempre lucrato sullo smaltimento dei rifiuti indifferenziati, noi lo stiamo combattendo puntando sulla raccolta differenziata”.
Così dal suo staff stanno preparando un dossier che sarà consegnato ai magistrati che indagano sui roghi dei due Tmb, quello di dicembre scorso in via Salaria e quello del 24 marzo a Rocca Cencia.
La Procura già ipotizza per entrambi i casi l’incendio doloso, peraltro realizzato con modalità simili.
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Triplicano i cassonetti incendiati: 600 in 2 anni Nel dossier del Campidoglio c’è anche altro. Come il problema degli assenteisti in Ama o quello dei cassonetti incendiati: 600 negli ultimi due anni.
“Si trovano per la maggior parte nel X e nel VII municipio, quelli dei clan Spada e Casamonica”, ha detto ieri la sindaca. In realtà per una città con circa tre milioni di abitanti il numero potrebbe sembrare esiguo.
Tuttavia il fenomeno è in crescita rispetto agli anni passati. Secondo i dati Ama riportati in un articolo del Messaggero del 27 dicembre, dal 2008 e al 2016 ci sarebbero stati 650 roghi di cassonetti.
Numero quasi raggiunto tra il solo 2017 e 2018 (episodi soprattutto a Capodanno). 600 mila euro di multa ai “turisti della spazzatura” Sul tavolo dei pm arriveranno anche i risultati del lavoro del Pics Ambiente, una sezione della Polizia locale per contrastare il fenomeno del degrado urbano.
A cominciare dai “turisti della spazzatura”, chi porta i rifiuti dai paesini vicino Roma.
Dal gennaio del 2018 ad oggi sono stati fatti 110 verbali per abbandono e traffico di rifiuti illecite, per un totale di 600 mila euro.
L’ultimo caso riguarda un lavoratore di una ditta di Torino pizzicato mentre abbandonava lungo le strade dei calcinacci, poi multato per reati ambientali. Il Campidoglio sospetta che non sia un caso isolato.
È questo il quadro che la Raggi vuole offrire ai pm Nunzia D’Elia e Carlo Villani che intanto indagano sugli incendi dei Tmb Salario e Rocca Cencia.
In città sono quattro gli impianti di trattamento meccanico biologico, altri due a Malagrotta di proprietà della Colari, società della galassia di Manlio Cerroni, il “re della mo nn ezz a”, assolto il 5 novembre dall’accusa di associazione a delinquere dedita al traffico illecito di rifiuti.
Nel caso dei roghi dei Tmb di Ama i pm indagano per quello di via Salaria per incendio doloso, per Rocca Cencia ipotizzano un danneggiamento seguito da incendio, anche in questo con il sospetto che sia doloso.
Tra i due episodi ci sono alcune similitudini, come l’inefficienza delle telecamere.
A Rocca Cencia c’erano ma erano puntate verso l’esterno, mentre al Salario erano state spente pochi giorni prima dell’incendio.
L’ipotesi da verificare a cui lavorano i pm riguarda la possibilità di una regia unica dietro i roghi.”
Stralcio di un articolo di Valeria Pacelli per IlFQ, 3-6-19