» LORENZO GIARELLI per Il FQ, 26-7-19
Il gesto è più politico che amministrativo, restando ancora lontano l’obiettivo dello sgombero.
Ieri però Virginia Raggi ha scelto di nuovo di schierarsi in maniera decisa contro Casapound, il partito di estrema destra che dal 2003 occupa abusivamente un ampia palazzina nel centro di Roma.
Lo ha fatto accompagnando alcuni agenti di polizia fuori dalla sede dei neofascisti per consegnare loro l’atto di notifica del provvedimento che adesso impone a Casapound di eliminare l’enorme scritta sulla facciata di quell’edificio.
Nove lettere – “Casapound”, appunto – in carattere ispirato al Ventennio che furono affisse senza regolare permesso e a cui da circa un mese si è aggiunto uno striscione polemico nei confronti proprio di chi, sindaca compresa, aveva annunciato la necessità dello sgombero: “Questo è il problema di Roma”.
LA RAGGI ha diffuso il proprio presidio in diretta Facebook: “Siamo venuti qui per notificare alcuni verbali che si riferiscono a scritte completamente illegali. Chiaramente questo comporterà una diffida e se non ottempereranno spontaneamente a rimuoverle allora si procederà in modo coatto”.
In effetti la sanzione notificata a Casapound indica un limite di tempo di dieci giorni –oltre che una sanzione di circa 300 euro – per rimuovere l’insegna prima che intervengano di nuovo le forze dell’ordine. Casapound intanto, attraverso il leader Simone Di Stefano, minimizza: “È un atto amministrativo, faremo ricorso come ogni negozio che espone un’insegna che non va bene al Comune”.
Difficile però immaginare un ricorso da parte di chi occupa abusivamente uno stabile. L’edificio, di proprietà dello Stato, doveva essere destinato al Miur prima che il partito lo occupasse.
Per anni lo sgombero non è stato preso in considerazione, ma negli ultimi tempi qualcosa si è mosso, tanto che il Demanio ha avviato l’iter per riprendersi la palazzina dopo che la Corte dei Conti ha quantificato in 4,6 milioni di euro il danno provocato dall’occupazione. “Parliamo del nulla, – si difende ancora Di Stefano – è come se fossero andati a un bar a multarlo perché tiene i tavolini fuori senza permesso”.
Ma al di là delle conseguenze, resta la presa di posizione della Raggi.
Anche perché nelle stesse ore Lega e M5S hanno bocciato un ordine del giorno del Pd alla Camera che impegnava il governo a sgomberare, nonostante dallo stesso Movimento il capogruppo Francesco D’Uva si sia detto “favorevole” alla legalità ma non disposto a votare quella che ritenevano una trappola.
La sindaca di Roma Virginia Raggi ha scelto comunque esporsi, in circostanze simili a quelle del maggio scorso quando, pur in mancanza di sostegno dal Movimento, era andata a Casal bruciato per difendere dai neofascisti una famiglia rom destinataria di una casa popolare.