di Ilaria Proietti per Il FQ, 4-7-19
“Il caso della Sea Watch finisce in rissa. Perché Matteo Salvini sembra implacabile pure con il gip Alessandra Vella che non ha confermato l’arresto per la Capitana Carola Rackete, finita da giorni nel mirino del ministro dell’Interno.
“Si tolga la toga se vuol fare politica”, ha detto criticando aspramente la decisione adottata “sulla pelle degli italiani ”.
Posizione da cui prende le distanze il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede: “Io non entro nelle polemiche sulle sentenze. Certo si può essere d’accordo o no, però le sentenze vanno sempre rispettate. E vorrei dire che non necessariamente dietro una sentenza con cui non si è d’accordo c’è una connotazione politica”.
Concetti condivisi dall’Associazione nazionale magistrati, che ha tuonato contro i ““commenti sprezzanti” contro Vella per la quale è stata chiesta l’apertura di una pratica a tutela da parte di tutti i membri togati del Csm: una risposta contro gli “insulti che alimentano un clima di delegittimazione e odio”.
Ma la rissa innescata attorno alla vicenda Sea Watch pare gravida di ulteriori strascichi. “Non accetto lezioni di morale con quello che stiamo leggendo sulle spartizioni di poltrone e Procure a cura di qualche magistrato”, ha replicato Salvini all’Anm, che se l’era presa anche per i “numerosi post contenenti insulti e minacce nei confronti del gip di Agrigento”.
Perché dal momento della decisione sulla scarcerazione di Carola Rackete, il magistrato è stato sottoposto alla gogna social, dove è ritenuto responsabile della liberazione di una “criminale, amica degli scafisti e complice di assassini che fanno i soldi sugli immigrati.”Fino alle minacce più o meno esplicite: “Colpirne uno per educarne cento”.
MA A FINIRE nel gorgo sono pure i parlamentari dem, che nei giorni scorsi si erano imbarcati a bordo della Sea Watch.
In particolare David Faraone che ha denunciato il blitz di “una banda di squadristi, appartenenti ad un gruppo di destra che si fa chiamare Audaces, che ha sigillato con del nastro bianco e rosso la saracinesca del circolo del Pd di Palermo.
Questa è l’ultima delle minacce che stiamo subendo da quando siamo saliti sulla Sea Watch” ha scritto via Fb il deputato siciliano a cui è giunta la solidarietà del segretario del Pd, Nicola Zingaretti.
Ma al di là delle intimidazioni, ieri anche alla Camera sono volate parole grosse.
In particolare quando Igor Lezzi (Lega) ha chiesto al presidente Roberto Fico di aprire una riflessione su quanto è successo nei giorni scorsi. “Perché noi abbiamo avuto dei deputati che, usando il loro ruolo, sono saliti su una nave che stava violando un decreto-legge e hanno dato copertura politica al tentativo di uccidere alcuni agenti della Guardia di finanza”.
Per queste sue dichiarazioni probabilmente scatterà la censura dell’ufficio di presidenza di Montecitorio. Mentre il presidente del Comitato di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen e sulla vigilanza in materia di immigrazione, Eugenio Zoffili, sempre del Carroccio, ha chiesto che la censura dei presidenti di Camera e Senato scatti per i parlamentari del Pd saliti sulla Sea Watch a Lampedusa.”