Cinema & Teatro, Luciano Odorisio, Politica

Carlo Freccero…e finalmente torna la Rai che ci piace!

Carlo Freccero torna sulla stessa poltrona a distanza di 22 anni. 

Direttore di Rai 2 lo era nel 1996; direttore della stessa rete lo è diventato a fine 2018, con incarico gratis. 

Altrimenti non avrebbe potuto, nella sua condizione di pensionato RAI.

«È l’uomo del cambiamento – dice dell’amministratore delegato Fabrizio Salini e se lui è Don Chisciotte io sono il suo Sancho Panza».

In mezzo a questi 22 anni c’è un percorso che ha compreso il cosiddetto “editto bulgaro” di Silvio Berlusconi che ha finito per colpirlo, l’esilio sul satellite a Rai4 voluto dal Pd, fino al posto da consigliere di amministrazione nella Rai, in quota M5S (anche se Freccero ha sempre rifiutato questa etichetta ritenendosi un uomo di tv e della Rai). 

Ecco perché il ritorno su Rai2 non è una faccenda da derubricare a normalità.

Tant’è che un conto, in sospeso, Freccero vuole ora chiuderlo. «Voglio riportare Daniele Luttazzi in tv. Ci mancherebbe che questa nuova epoca vietasse la satira! 

Luttazzi potrà andare in onda, se va in onda, in autunno: a me sembra essenziale che lui torni in Rai. 

È finita l’epoca di Berlusconi, è finita l’epoca di Renzi, e ci mancherebbe che oggi venga penalizzata la satira. La sua è una satira feroce, ma non posso pensare che debba restare nelle nebbie della censura. Persino Celli l’ha di recente rivalutato».

E al di là del tema Luttazzi, è sull’informazione uno degli affondi più accorati, se non proprio il più accorato: 

«Vergogna, vergogna, vergogna che la Rai, il servizio pubblico non abbia un programma di approfondimento». 

Da qui il suo progetto di avere una striscia informativa che segua il Tg2. Entro questo mese dopo il Tg2 delle 20 ci sarà un talk di approfondimento informativo della durata di 20 minuti. 

Il tutto lavorando a stretto contatto con il direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano: «Un intellettuale». 

La valutazione finale però spetterà allo stesso Salini, tiene a precisare il direttore di rete. «Coinvolgo Salini perché ritengo che l’informazione sia una missione del servizio pubblico, e il programma diventerà di punta, non solo per la rete ma per l’intera Rai. 

Anche perché ci sono le elezioni europee».

Freccero mette comunque subito le carte sul tavolo: «Ho due problemi: tempo limitato e budget che non è quello che ho avuto anni fa, e guidando una rete generalista e complementare alla rete ammiraglia che ha bisogno di identità». 

Da qui la scelta: «Concentrerò tutte le energie nella fascia oraria che va dalle 19 alle 24. Questo è il momento fondamentale nel quale la rete dovrà entrare in concorrenza con le grandi multinazionali della comunicazione».

Tra le novità il fatto che “Night Tabloid” («un titolo demenziale», lo definisce Freccero) diventerà “Povera Patria” e si occuperà prevalentemente del rapporto tra economia e politica. 

Resterà poi “Realiti Sciò” di Enrico Lucci. 

Su Il Collegio: «Ci sarà, la mia idea è di ambientarlo nell’epoca del fascismo» e ha chiesto a Renzo Arbore di fare un grande omaggio a Gianni Boncompagni.

Sul tema della fiction il direttore poi spiega: «Rai2 ha un difetto, quello principale: la presenza massiccia di Ncis. Io lo detesto; ma il problema è che c’è un contratto. Quindi bisogna ammorbidirlo, con altri prodotti. Ncis è troppo identitaria dell’America, di un’America che non mi piace». 

A ogni modo, chiosa Freccero, «Non capisco perché la Rai abbia perso “La casa di Carta”».

Finale di conferenza stampa con l’annuncio dell’omaggio ad Adriano Celentano, che che il 6 gennaio compirà 81 anni. Ma dall’altra parte c’è un cartone che sta per partire – dopo anni di stop and go – su Canale 5, proprio a gennaio. 

«Qualcuno ha detto che voglio fare il lancio del suo programma su Mediaset, ma pensate voi…».


Pensiero politico di Freccero in breve:

«Renzi è la continuazione di Berlusconi nell’epoca della finanza. Anzi, Berlusconi era più legato di Renzi al mondo della produzione e per primo parlò il linguaggio del populismo».

«La sinistra? Ha perso perché è diventata espressione del pensiero finanziario mentre prima interpretava il mondo della produzione. È un fatto. Per il resto, da studioso analizzo i fenomeni».

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