di Tommaso Rodano per Il FQ, 19-8-19
Sembra un presunto fuoriclasse che ha sbagliato il rigore decisivo e ora vaga a pochi passi dal dischetto, assente, divorato dal rimorso. Matteo Salvini in pochi giorni ha fatto un fagotto delle sue vittorie e le ha giocate sulla ruota della crisi.
È presto per dire se perderà tutto – il giro è lungo – ma la sua espressione è cambiata completamente, come le sue parole. Ieri è stato il giorno – si direbbe a Roma – dello sbraco definitivo.
Il leghista ha completato la retromarcia: il governo Conte – archiviato l’8 agosto con un comizio a Pescara –non vorrebbe più farlo cadere. Né vuole lasciare il Viminale: “Sono ministro dell’Interno, ieri oggi e domani. Finché il buon Dio lo vorrà, non darò la soddisfazione di togliere il disturbo”.
E ancora: “Se non c’è governo la via maestra sono le elezioni, altrimenti ci si risiede al tavolo e si lavora”. Nel pomeriggio, intervistato da Alessandro Sallusti a Marina di Pietrasanta, lancia l’ultimo messaggio, un po’ disperato di apertura al premier, per il quale il telefono “è sempre acceso”: “Martedì in Senato ascolterò Conte senza pregiudizi. Sono abbastanza laico da recepire i messaggi che arriveranno”.
È GIUSTO non farsi illusioni.
Proprio mentre “Capitan retromarcia” si gioca le ultime carte per ricucire lo strappo con i Cinque Stelle, lo stato maggiore del Movimento si incontra a Marina di Bibbona, a casa di Beppe Grillo, per appuntare la strategia in vista della giornata campale di domani.
La risposta al pentimento di Salvini è secca e apparentemente definitiva: ormai è tardi, tanti saluti. Da Grillo ci sono tutti i volti più noti: Luigi Di Maio, Davide Casaleggio, Roberto Fico, Alessandro Di Battista, i capigruppo Stefano Patuanelli e Francesco D’Uva, Paola Taverna.
È un atto simbolico: il definitivo ritorno del fondatore al centro della scena; il comico è di nuovo politico a tutti gli effetti. E per sancirlo, domani Grillo potrebbe decidere anche di tornare a farsi vedere in Senato.
Il pranzo di Bibbona dura circa tre ore.
Per stabilire un principio semplice semplice: si sta tutti con Giuseppe Conte. Dopo le comunicazioni del premier, i Cinque Stelle presenteranno il loro documento, la risoluzione firmata da Patuanelli.
Sarà scritta, in soldoni, con un unico obiettivo: non essere votata dai leghisti.
PER IL RESTO nella tavolata di casa Grillo si parla delle molte telefonate ricevute in questi giorni dai parlamentari del Carroccio: i famosi “pontieri”, che in pubblico si spellano le mani a ogni parola di Salvini ma in privato – pare – hanno più di una riserva sulla sua strategia.
La nota ufficiale pubblicata dal M5S dopo pranzo, fa un occhiolino anche per loro: si è aperta una piccola fessura tra “il Capitano” e i suoi soldati e i grillini ci infilano le dita.
“Salvini – si legge – è un interlocutore non più credibile e inaffidabile. Dispiace per il gruppo parlamentare della Lega con cui è stato fatto un buon lavoro in questi 14 mesi. È chiaro a tutti, anche a molti leghisti, che la colpa di questa inverosimile situazione sia solo del segretario”.
Più tardi si aggiungono le parole dei tre frontmen, Grillo, Di Maio e Di Battista.
Il fondatore ritrova la vena satirica e compare in video indossando un enorme maschera con il suo volto: “Noi non ci montiamo la testa”. Infierisce: “Questo Salvini era un ragazzo tranquillo, credevo fosse abbastanza leale, con un livello medio di intelligenza ma insomma… non pensavo fosse proprio la slealtà e la pugnalata”.
Di coltellata parla anche Di Maio: “Ora Salvini si pente, dopo aver pugnalato alle spalle il M5S e tutto il Paese. Ha perso la testa”.
Di Battista attacca pure l’altro Matteo, prossimo possibile alleato: “Non so chi sia meno credibile e più inaffidabile tra Renzi e Salvini. Forse per saperlo dovremmo chiederlo a Verdini che è un ottimo amico di entrambi”.
SARÀ IL TEMA delle prossime settimane e dei prossimi mesi, il cavallo di battaglia del nuovo Salvini costretto all’opposizione: il patto grillini-Renzi sarebbe una truffa “per le poltrone”.
Ieri il leghista ha anticipato le sue mosse: “Se ci sarà il tradimento, state pronti perché scenderemo in piazza per chiedere il voto. Se i 5Stelle preferiscono il Pd lo dicano, si sono visti in 10 in una villa per svendergli il Paese. Vogliono davvero riesumare le mummie Renzi e Boschi?”.
L’ex ministra, tanto per non abbassare il livello della discussione, ha subito risposto su twitter: “#CapitanFracassa dice che io sono una mummia: un saluto a tutti dal mio sarcofago”.
Il vero messaggio è quello allegato: la fotografia allusiva in costume da bagno.
È la stessa Boschi che un tempo s’indignava: “Giudicatemi dalle riforme, non dalle forme”.
Buona crisi a tutti.