di TOMMASO RODANO per Il FQ, 11-8-19
Massimo Cacciari lo strappo di Salvini non se l’aspettava: “Mi ha stupito. Era evidente che il rapporto con i Cinque Stelle fosse a termine, ma non pensavo che gli convenisse rompere in questo momento. Si vede che anche a livello personale, con Di Maio, le questioni erano arrivate a un punto insostenibile”.
Ora che scenario vede?
Quella gialloverde è stata una coalizione coatta, priva di qualsiasi punto di riferimento culturale e strategico, non poteva che finire così. Il problema è che ha rafforzato in modo strepitoso la destra. Una destra che un po’ di paura dovrebbe farla.
Non c’è alternativa?
Pd e Cinque Stelle sono un casino inenarrabile: come può uscire qualcosa da quelle parti lì? I grillini ricadranno nella loro solitudine e pretesa di purezza. Il Pd non si sa che fine farà, visto che la leadership di Zingaretti è quotidianamente contestata dai renziani. C’è davvero il rischio di trovarsi una solida maggioranza fascista: Lega, Meloni e Casa Pound. Fascisti nel vero senso della parola.
Da qui al voto però Salvini rischia di lasciare per strada un po’ di consenso. O no?
Il suo consenso ha radici solide, soprattutto a nord: lì non c’è partita. E mentre le ragioni di Salvini – opere pubbliche, investimenti, autonomia –sono radicate, gli altri non hanno una linea e non hanno niente in comune. Pd e Cinque Stelle non hanno mai lavorato in questi anni perché ci fosse la prospettiva futura di una minima intesa. Ora non possono certo andare dagli italiani a dirgli che faranno il governo insieme per fermare Salvini. Non hanno reso credibile questa prospettiva.
Eppure qualcosa si muove in quella direzione. Anche Beppe Grillo ha aperto a un’intesa con i dem.
Ora Grillo si sveglia contro i nuovi barbari? Vivaddio. Chi ha aperto la strada alla destra fascista ha responsabilità gravissime, sia nel Pd che nei Cinque Stelle. Le leadership sono state inadeguate.
Anche i renziani hanno rivalutato l’ipotesi “inciucio”.
Renzi oggi sarebbe il primo a fare un’alleanza con i Cinque Stelle. Io ne parlai subito dopo le elezioni politiche, quando invece Renzi impedì ogni intesa con i Cinque Stelle solo perché era evidente che non poteva essere lui a gestirla. Ora che i grillini sono deboli, Renzi ci ripensa. Ma non si fa politica così: una leadership non può fondarsi solo sulla spregiudicatezza tattica. Si porta un paese allo sfascio. E ora siamo a un passo dallo sfascio: un governo Salvini-Meloni rende anche inesorabile la prospettiva dell’us cita dall’euro e dall’Europa.
Potrebbe essere il tema della prossima campagna elettorale della Lega.
È una linea. Sciagurata, di destra, ma è una linea. Gli altri non ce l’hanno: non hanno un discorso, una strategia, una narrazione. L’unica incognita per Salvini sarebbe quella di presentarsi con la Meloni e CasaPound. Gli elettori potrebbero spaventarsi.
Cosa farà Giuseppe Conte? È una figura spendibile? I
Cinque Stelle dovranno far fuori quell’incapace assoluto di Di Maio. Per loro non vedo alternativa a Conte. Ha svolto la sua funzione con educazione e buonsenso. Con lui un’intesa con Renzi sarebbe semplice. Prima di entrare in orbita Cinque Stelle, come è noto, era stato presentato a Renzi dalla Boschi.