di Beppe Grillo
C aro direttore, due soggetti che vivono e parlano in terza persona sono difficili da seguire, lo scambio di “parole” Gruber-Salvini ha riassunto l’essenza di un eterno passato che persiste nel presente, nauseante, e fantasma in mezzo a fantasmi.
Logico che Salvini fosse prevenuto, altrettanto logico che la dea del centrotavola non avesse nessuna intenzione di smettere il suo permanente carillon antigovernativo, ci sono voluti ben due giorni per avere un riscontro dal centro studi del blog.
Le tastiere sono sporche di sangue e sudore, il burnout si percepisce nell’aria dei laboratori, gli studiosi del Blog ci confidano di avere fermato all’ultimo momento BEPPE9000 intento a bloccare tutti i media mondiali.
Ma ce l’abbiamo fatta, siamo riusciti ad analizzare lo scambio Salvini-Gruber. Da un punto di vista strettamente televisivo, non sfugge l’oc casione perduta di ambientare lo scambio in una latteria/bar della Brianza, in mezzo ad altri avventori ululanti.
Gruber in meno di un minuto è riuscita a strappare un intro-berlusconiano al ministro degli Interni a sua insaputa, la solita confusione fra colpa penale e impresentabilità/incompatibilità istituzionale.
Lo spettacolo è imbarazzante: Gruber la gatta e il volpino De Angelis punzecchiano un pallone gonfiato, un gioco da ragazzi.
Il ministro degli Interni dice di “essere stufo di avere due minacce di morte al giorno”, purtroppo un’ulteriore conferma del fatto che la sua carica istituzionale è a sua insaputa, a meno che il pallone non creda di essere il ministro degli Interni a Disneyland.
Lui sogna di essere trasferito nei vigili urbani di Mousville, pare che abbiano dei giacconi spettacolari.
Due minacce di morte al giorno sono ampiamente al di sotto di quelle che riceve uno qualunque degli operatori di giustizia in un Paese dove, neppure con il capo del Viminale, si riesce a parlare di mafia nel talk show politico più in voga nella patria – appunto – della mafia. Non lo volevano entrambi, Von Ribbentrop e Molotov erano solo dei ragazzi.
Il problema è Fabio Fazio: roba da assessori alla nettezza urbana, al limite.
La maestrina e il pallone proseguono la rissa interrotti dal volpino (che ripete il jingle che il governo non fa nulla tranne litigare).
Il punzecchiamento dei due maestri d’armi del Bilderberg mantiene il suo assoluto fuori tema: come parlare con il comandante nazionale dei Vigili del fuoco di pesca subacquea.
Ma continua il fuori tema, adesso siamo al 25 aprile, quando Salvini ribadisce che il ruolo di un ministro degli Interni verso la mafia è inaugurare commissariati, al massimo. Una specie di velina taglianastri per consegnare beni sequestrati da inquirenti che ci lavorano da quando Salvini pare fumasse le canne e si professava comunista.
A proposito, il gran finale di questo talk show demenziale è dedicato alle droghe leggere…certo neppure quelle “pesanti”… troppo impegnative probabilmente.
Neppure “il Punto” di Pagliaro propone il vero problema di questo paese: la mafia che si è impadronita anche della corruzione.
W la Lega!
E si finisce parlando di Iran, un caleidoscopio che vede tutto tranne gli argomenti che competono agli occupanti del Viminale.
Ci vorrebbe una fiala di Diprivan per poter dormire dopo 8 e ½… come Michael Jackson.