di Valeria Pacelli per Il FQ, 30-7-19
L’ inchiesta interna all’Arma dei Carabinieri sul caso di Christian Gabriel Natale Hjorth, il cittadino Usa coinvolto nella vicenda dell’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega bendato durante il fermo da alcuni militari, sembra procedere velocemente.
Chi era presente negli uffici di via In Selci a Roma e che ha ben pensato di immortalare quell’immagine per poi farla girare nelle chat dei colleghi è stato identificato e già nelle prossime ore potrebbero essere presi provvedimenti nei suoi confronti, come il trasferimento.
E SIAMO GIÀ ai primi due militari “puniti”: il collega responsabile di aver bendato il 19 enne americano è stato già trasferito nei giorni scorsi.
Ma non è finita. Perchè l’inchiesta interna punta anche ad identificare chi avrebbe dovuto controllare l’operato dei carabinieri e non lo ha fatto: in questo caso la responsabilità cadrà sul militare con il più alto grado presente in quel momento nella caserma romana e che quel giorno avrebbe dovuto tenere sott’occhio la situazione, mentre il comandante del Nucleo investigativo, Lorenzo D’Aloia, era nell’albergo dove alloggiavano i due americani per seguire le attività di perquisizione.
Ora quindi l’Arma sembra voler prendere le distanze d a ll ’ennesimo scandalo, usando il pugno duro, convinta che l’episodio della foto sia ascrivibile al comportamento di singoli che in quel modo volevano mostrare l’arresto dell ’americano come una sorta di “trofeo” per il loro collega ucciso.
In un primo momento, quando la foto di Christian Natale Hjorth era finita sui giornali, dall’Arma – come riportato dal Corriere della Sera giorni fa – spiega – vano che il giovane era stato tenuto con la benda sugli occhi “4 o 5 minuti per non fargli vedere quanto c’era in quell’ufficio soprattutto sui monitor” dei computer, che in realtà nell’immagine pubblicata risultavano spenti.
Così è arrivata la reazione dell’Arma con il comandante generale Giovanni Nistri che ha giudicato l’episo dio “inaccettabile”, disponendo immediatamente un’indagine interna. Che ha già portato al trasferimento ad un incarico non operativo del militare che ha bendato l’americano.
E nelle prossime ore ulteriori provvedimenti saranno presi verso alcuni degli altri tre o quattro militari presenti in via In Selci durante il fermo dei due americani. Intanto oltre l’indagine interna all’Arma, su questa vicenda sono in corso altri due procedimenti.
Il primo è stato avviato dal procuratore generale di Roma Giovanni Salvi che ha la responsabilità dell’azione disciplinare quando si tratta anche di ufficiali di polizia giudiziaria: una relazione con tutti i nomi dei militari presenti in via in Selci è già stata consegnata, ma ci vorrà un altro mese circa per definire il caso.
Allo stesso modo è stata aperta un’indagine dalla procura di Roma. Sulla scrivania del procuratore aggiunto Nunzia D’Elia nei giorni scorsi è arrivata anche una lettera del Garante dei diritti dei detenuti Mauro Palma, che chiede di capire se siano stati commessi reati, come la violenza privata o l’abuso di autorità contro arrestati o detenuti.
Ai magistrati capitolini è stato già inviato il nome del militare che ha bendato il ragazzo americano e che adesso rischia anche di finire nel registro degli indagati.
In Procura è già arrivata anche l’informativa con i nomi dei tre o quattro militari presenti in via in Selci quando è stato fermato Christian Natale Hjorth, insieme al suo amico Finnegan Lee Elder, il 19enne che, come ricostruito dalle accuse, ha colpito con undici colpi di coltello il vicebrigadiere Cerciello Rega, causandone la morte.
IL FATTO ieri ha contattato Sean Elder, zio di Finnegar ed ex giornalista di NewsWeek: non si sbilancia sulle prossime mosse della famiglia: “Dobbiamo conoscere tutti i fatti del caso”, ha spiegato mentre ha definito “inquietante” l’immagine di Christian Natale Hjorth bendato dai carabinieri.
E sulla foto ieri, nel giorno dei funerali di Cerciello Rega, è tornato il comandante generale Nistri: “Giusti i dibattiti – ha detto – ma oggi teniamoli fuori. Evitiamo la dodicesima coltellata”.