di Daniela Ranieri per Il FQ, 30-7-19
“Catturati. Tre cittadini di origini marocchine uno di origini algerine. Se uccidi uno di noi hai il tempo contato e ti trascineremo davanti a un giudice” (pagina Facebook di Puntato, app degli operatori di polizia. Segue foto segnaletica di 4 maghrebini). Quel sottile confine tra l’essere inflessibili tutori dell’ordine e l’albertosordismo.
“Italia non può essere punto di approdo di certe bestie” (Giorgia Meloni). Giusto. Chiudiamo gli aeroporti ai californiani: se vogliono venire in Italia facciano il giro in nave passando sotto l’Argentina, attracchino in Sudafrica, giungano in Libia, e da lì si imbarchino su un gommone degli scafisti d’accordo con le Ong di sinistra pagate da Soros ecc.
“Carabiniere ucciso a Roma, l’identikit della belva nordafricana: le mèches lo incastrano?” (Libero, articolo poi cancellato). Quando fai questo mestiere, il fiuto è tutto.
“Sono ricercati due magrebini alti circa 1,80, magri. Uno dei due indossava una felpa nera, l’altro una felpa viola. Un particolare: uno dei due africani ha i capelli mesciati”(Secolo d’Italia). A voler essere proprio precisi precisi.
“Il carabiniere interviene e viene ferito. Ma riesce a bloccare l’attentatore, un biondo tinto” (Il Giornale). Quando c’era una speranza che fossero almeno afroamericani.
“Aveva 35 anni, faceva il Carabiniere… accoltellato a morte stanotte. A Roma in pieno centro, durante un controllo su due sospetti nordafricani (Paolo Gentiloni, tweet poi cancellato). Un capolavoro di eccesso di zelo. Per non essere accusato di buonismo e di omettere la nazionalità dei criminali neri, Gentiloni concede la presunzione di non-nordafricanità ai due fermati.
“Ucciso per difendere Roma” (Il Messaggero). Nei bar della Magliana, al mattino gli avventori salgono sui tavoli e declamano i titoli sempre sobri del Messaggero; quel rifuggire la facile retorica destrorsa, quello schivare le esagerazioni consolatorie da Curva Sud per restituire un senso umano e laico del nostro convivere. (Magari, ecco, invece di giocare al Gladiatore ogni volta che ne muore uno, sarebbe più utile fare campagne per pagare meglio i carabinieri e dotarli di protezioni adeguate).
Per qualche ora, i due americani sono stati studenti della prestigiosa John Cabot University. Sfumata la possibilità di incolpare l’Africa, si è tentata la strada “figli di papà dell’élite globalista cosmopolita accoltellano il popolo” (segue citazione di Pasolini-Valle Giulia).
“L’assassino era un abituale consumatore di psicofarmaci: nella sua valigia è stata trovata una boccetta di Xanax, potente ansiolitico il cui uso, purtroppo, è molto diffuso in America”. (Repubblica). In Italia no: noi curiamo l’ansia con i decotti di erbe. (Chissà grazie allo Xanax, solo a Roma, quanti omicidi si evitano ogni giorno).
“Nella stanza dei due fermati ritrovato anche dello Xanax” ( Tg La 7) . Passi per un coltello insanguinato nascosto dietro un pannello del soffitto, chi di noi non ce l’ha; ma lo Xanax è la prova regina.
“Snello, con smalto nero sulle mani e capelli ricci con meches, il ragazzo…” ( Corriere Roma). Ma diteci di più. Smalto nero lucido o opaco?
“Conosciamo solo la versione della polizia. Aspettiamo di sentire cosa dicono i ragazzi” (Cnn). Purtroppo, hanno confessato. Aspettiamo di leggere cosa scriveranno nel libro di memorie prossimo best seller in Usa, magari ci ripensano.
“Spero che gli assassini di Mario vengano beccati e mandati in carcere a vita ai lavori forzati” (Salvini). L’epoca in cui non c’è alcuna differenza tra le esternazioni di un ministro e le sparate di un ganassa in un bar.
“Chi ha la responsabilità morale e politica di quanto accaduto, fino a prova contraria, abita sui colli fiorentini” (on. Maria Teresa Baldini, FdI, che allude a Renzi).
“Uno in meno e chiaramente con sguardo poco intelligente” (Professoressa di Novara esulta per la morte di Mario Cerciello Rega).
Suggeriamo un metodo di auto-regolamentazione: prima di pubblicare una “opinione” sui social, la si legga ad alta voce e si finga che a pronunciarla sia una persona perbene. Se stride, astenersi dal pubblicarla.
“A tarda notte confessa uno dei due studenti statunitensi 19enne, di origine libanese” (Giornale). Chissà se è quello che risulta essere anche di origine italiana, con zii a Fiumicino.
“Gli avevo tirato il pacco con la cocaina. Avevo paura di loro, così quando ho chiamato il 112 per dare l’allarme ho detto che erano stati due magrebini. Volevo un po’ depistare” (il presunto mediatore dei pusher). Un dropoutdi quartiere riesce a gabbare tutti i più smagati politici su piazza, da Salvini a Meloni a (vabbè) Gentiloni.
“Bestie immonde. Animali. Carogna” (Giorgia Meloni). “Due stronzi” (Salvini).
La dignità, il contegno dei due statisti, acerrimi nemici di piazzale Loreto. Non è male come idea: invece di spendere i soldi per i processi e le carceri, mettiamo i politici a insultare i sospetti delinquenti fino al linciaggio; vedrai che la smettono.
“A chi si lamenta della bendatura di un arrestato, ricordo che l’unica vittima per cui piangere è un uomo, un figlio, un marito di 35 anni, un #Carabiniere, un servitore della Patria” (Salvini).
Almeno finché i tweet del ministro non sostituiscono lo Stato di diritto, la frase non ha alcun senso logico. Va dritta nell’intestino crasso, non processata dal cervello. (Ma non era sovranista identitario, ‘sto qua? E lo difende così, l’onore del suo Paese? E i marò?).
Lezioni americane. “Foto del sospettato bendato e con le mani legate. I media Usa: ‘Atto illegale’”. Gli italiani sono accoglienti: le forze dell’ordine avranno voluto farlo sentire a casa.